La storia degli Scala Mercalli è tristemente simile a quella di molte altre band nostrane, cui non bastano costanza e qualità per imporsi all’interno di una scena affollata e snobbata come quella heavy tricolore. La band marchigiana è attiva sin dal lontano 1992 ma in seguito ad una serie di peripezie è riuscita a pubblicare il suo primo full-leight solo quattro anni fa. Forti di un nuovo contratto discografico con la Heart Of Steel Records gli Scala Mercalli ritornano sulla scena con “Border Wild”, secondo capitolo in studio che riprende con coerenza il discorso intrapreso con la precedente release sopraccitata, puntando su un thrash metal d’oltreoceano variegato da rallentamenti classic in grado di rendere più fresca e personale la proposta. La forza del quintetto originario di Fermo consiste nel saper creare un sound che pur palesando le influenze di Megadeth ed Overkill su tutti, riesce spesso e volentieri a mantenere una propria identità con aperture melodiche di stampo classic metal e rallentamenti dall’atmosfera oscura sempre riconducibili al metal d’oltreoceano come ci conferma l’ottima “I’ll Stop The Time”. La coppia d’asce formata dal leader Riccardo Ricci e dal ritmico Andriy Poltavets mantiene alta l’attenzione grazie ad un riffing assai ispirato, così come appare incisiva pur senza strafare la sezione ritmica composta da Giusy Bettei al basso e Sergio Ciccoli alla batteria. A completare il quadro ci pensa il cantato di Christian Bortolacci con una timbrica che prediligendo falsetti e tonalità alte, risulta monocromatica ma costituisce al contempo ulteriore motivo di personalità per la band. Segnaliamo la travolgente titletrack in apertura e le tinte prog di “Pain” tra i momenti caldi di un disco largamente positivo, meritevole di attenzione.
Recensione di Teospire
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