Che bomba atomica questi Man Must Die! Avevamo avuto modo di conoscerli gia con il buon esordio “…Start Killing” e con il più maturo “The Human Condition”, album che segnò il passaggio della band alla Relapse, label che ha davvero pochi rivali in campo estremo e che possiede i giusti mezzi per far conoscere formazioni del genere a livello mondiale. Ora questi scozzesi, raggiunta una certa notorietà e abilità musicale, sono assolutamente pronti per la consacrazione, e che c’è di meglio per farlo se non con un disco come “No Tolerance For Imperfection”? possente in ogni suo passaggio e ricco di idee ben immagazzinate, gia perché non pensate di trovarvi davanti la classica death-band tecnica che sforna riffoni complessi a destra e manca e finita lì, i MMD sono ben altro, la vena technical death c’è eccome, ma questi ragazzi non disdegnano nemmeno la scuola europea con le sue massicce melodie, o la potenza più diretta del death-core tirato all’estremo, il tutto in modo da farci passare in maniera molto scorrevole 50 minuti di odio e rigetto contro l’umanità. Non c’è di certo bisogno di analizzare ogni singola traccia, il bagaglio proposto è infatti molto compatto, il tutto risulta una distruttiva macchina metal che non partirebbe senza un determinato ingranaggio, qui gli ingranaggi sono 11 e ognuno ha il suo importante compito, dalla massacrante titletrack alla veloce e brutale “Gainsayer”, oppure dalle Kataklysmatiche “Kill It Skin It Wear It” e “How The Mighty Have Fallen” alla lenta “What I Can't Take Back”, la classica quiete prima della tempesta finale, non aspettatevi quindi il classico pezzo ruffiano da ricordarvi a memoria lasciando in disparte tutti gli altri.
Insomma questo gruppo è una vera e propria terrificante creatura plasmata e resa tale, tutto combacia, dalla musica al nome del gruppo alla stupenda copertina, che esprime al meglio le liriche qui presenti. A mio avviso ci troviamo davanti ad una nuova realtà del metal estremo, e fino adesso assieme ai Behemoth (e scusate se è poco) si giocano il titolo di miglior album death dell’anno. Attenzione a quei quattro!!
Recensione di Thomas Ciapponi
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