Ne hanno fatta di strada i Behemoth, nel corso degli anni hanno saputo trasformare il loro suono anonimo black metal in un altro ben più personale e d’impatto, aggiungendoci una forte dose di death e atmosfere epiche strappate dai Nile, una formula vincente non c’è che dire, questo spiega l’enorme successo che stanno ottenendo altre band che hanno intrapreso questa via. I polacchi sono quindi arrivati ad una fase di maturità assoluta, diventando tra i principali esponenti attuali dell’extreme metal, con “Evangelion” consolidano ulteriormente la loro posizione, non tanto per la continua crescita musicale stavolta praticamente bloccata, ma più che altro per la loro musica, diventata oramai sinonimo di potenza e sicurezza nel panorama estremo, non per niente su di loro ha puntato la tedesca Nuclear Blast.
Il nono studio album della band fila via che è un piacere, come appena detto, a livello musicale non ci sono grossi cambiamenti, le atmosfere di “Demigod” e “The Apostasy” si fanno sentire più forti che mai, la bravura di Nergal & soci in questo caso, sta nel ripercorrere quei due signori album senza però cadere troppo nella ripetizione, è vero si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a una minestra riscaldata, ma in questo caso è davvero un'ottima minestra, di quelle che anche il bambino più viziato non potrebbe fare a meno. “Evangelion” quindi, funge da album fotografico, difficile trovare una foto, pardon traccia, che non sappia accontentarvi: volete pezzi tirati al massimo per pogare violentemente? “Daimonos” e “Shemhamforash” fanno al caso vostro, state forse cercando soluzioni più ritmate e cadenzate? Bene allora “Ov Fire And The Void” e la conclusiva “Lucifer” fanno per voi, con le loro atmosfere epiche e rievocative sapranno portarvi direttamente in mezzo a sanguinolenti campi di battaglia. Infine se per caso sentite la malinconia del black degli esordi, “He Who Breeds Pestilence” saprà regalarvi quasi 6 minuti di pura oscurità musicale, con applauso dovuto a Nergal, autore di una prova vocale decisa, oltre che a un repertorio di chitarra arricchito da riff a tratti cupi e altri devastanti.
Se c’è ancora qualcuno che non conosce i Behemoth, con questo disco avrà l’opportunità di farsi un’idea concreta, invece per i fan, bhè ci sarà solo da gioire dopo l’acquisto di questo lavoro che consolida una band in continua ascesa e che promette faville in sede live con questi nuovi pezzi. Da prendere ad occhi chiusi.
Recensione di Thomas Ciapponi
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