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recensione

Tornano a farsi sentire gli Ecnephias, band della Basilicata che tre anni fa ci presentò un album fresco e alquanto originale quale “Dominium Noctis”, che vedeva affiancarsi a un black metal classico l’uso di atmosfere malinconiche e quasi teatrali, senza tralasciare poi le parti in lingua latina ben piazzate e molto gradite sia dai supporter del gruppo che dalla critica. Aspettando un nuovo disco di inediti tocca ad “Hereticus” far parlare di sé, il nuovo EP contiene sette tracce, di cui quattro pezzi veri e propri e tre intermezzi a fare da cornice emotiva, il tutto per un totale di 25 minuti circa di musica. Dopo un intro da coro della chiesa ci si accorge subito che qualcosa è cambiato, la band ha infatti deciso di provare una nuova strada, accantonando le atmosfere doom del precedente lavoro per dare libero sfogo alla rabbia e la cattiveria racchiuse in un death possente e oramai poco originale. Le particolarità passate sopraccitate però non mancano, anche qui come nel precedente full lenght le parti evocative tetre e dall’alone misterioso fanno capolino, merito del lavoro di tastiere molto curato, che in più passaggi va a rendere particolari pezzi altrimenti banali o comunque poco originali vista la scelta dell’abbandono dei tempi lenti. Molto carina l’idea di adoperare un soprano e una voce lirica nell’ultima traccia, “Ave Maestro”, pezzo quasi da musica classica che chiude in maniera particolare un EP non troppo innovativo come le precedenti uscite, ma comunque meritevole e degno d’acquisto, senza dimenticare poi la fantastica copertina che si sposa perfettamente con le idee degli Ecnephias.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

1. De natura Deorum (Intro)
2. Haereticus
3. Deviations
4. Eterno Silenzio
5. A Darkened Room
6. Hills on a Desert
7. Ave Maestro