A dispetto della copertina molto Mods, riconducibile più che altro ai loro concittadini Statuto, sono sempre loro, gli Elektradrive da Torino, la più importante A.O.R. band d'italia, attiva ormai da più di 25 anni ma che, purtroppo, non ha mai riscosso un successo proporzionale alla qualità della loro musica.
Qualità ampiamente confermata in questo elettrico "Living 4", che prosegue il discorso interrottosi bruscamente con Big City nel 1993, distanziandosi sempre più dal fiammeggiante Heavy dell'esordio di "...Over the space".
14 composizioni emozionanti compongono "Living 4", mantendo un livello di songwriting eccelso, accostabile all' A.O.R. di "nuova generazione" di band come i Biloxi o, alle trame cerebrali di "Promised land" dei Queensryche.
La componente melodica, pulsante per tutta la durata del disco, ne aiuta molto la fruibilità, grazie agli arrangiamenti costruiti sulla bellissima voce di Elio Maugeri, come dimostrato da songs più Hard come "Evil empire", "Dirty war of bloody angels" o ancora "Fake news".
D'altro canto, come di consueto nel genere, non mancano tracce più lente e malinconiche, da citare, in questo senso, "Do it for everyone", "Pain" (con un refrain da urlo!) e la conclusiva "Son of the universe", impreziosite, manco a dirlo, dai solos toccanti e azzeccatissimi di Simone Falovo.
Altro punto a favore del quartetto piemontese sono i testi, a fianco delle solite liriche d'amore straziato, anch'esse usuali per il tipo di musica, ne troviamo invece, altri sull'inquinamento, come "Get power from the sun" (impreziosita dal flauto di Mauro Pagani), o "Feed the ground", o ancora più profondi, come la critica alla superficilità che ci caratterizza quotidianamente con "In a superficial way".
In conclusione un gran bell' album di Adult Oriented Rock come da tempo non se ne sentivano, mostri sacri tipo Journey e Reo Speedwagon esclusi, che, di certo, farà uscire dalle casse dello stereo una ventata di musica tanto speranzosa quanto ben suonata (e prodotta), sperando che i tempi siano maturi per riconoscere agli Elektradrive il posto che si meritano!
Recensione di Alessio Aondio
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