A ben 11 anni di distanza da "On the warpath", esce il secondo full lenght della Bud Tribe, ovvero un gruppo di parenti e amici messo in piedi 15 anni or sono dal mastodontico singer della Strana Officina, Daniele "Bud" Ancillotti.
Il presente "Roll the bone" è molto più Heavy del suo predecessore, che abbracciava molto spesso sonorità Hard Rock, anche se, come al solito non mancano momenti melodici e malinconici, grazie anche alla tonalità recitativa del cantante toscano.
La band si rivela più che mai compatta, con una sezione ritmica che non sbaglia un colpo, naturale, data l'esperienza di "Bid" (fratello di "Bud") al basso e dello storico drummer dei Sabotage, Dario Caroli; senza contare della folgorante prestazione di Leo Milani alla sei corde.
Quindi di fianco a pezzi tirati come la title track e "Holy war", troviamo pezzi più lunghi ed intricati tipo "Mother's cry", brano dedicato alla Madre Terra appunto, nel quale non mancano assolutamente passaggi emozionanti.
Risulta impossibile non notare come lo stile della Bud Tribe sia sì un Heavy Metal di stampo super classico ma, riletto con sapienza ai giorni nostri e, soprattutto, sostenuto dalla preparazione tecnica non indifferente della band e da un'ottima produzione.
Ancora grande musica nella seconda "facciata" del disco, tra il mid tempo di "Face the Devil", la toccante "Ghost dance" e il semi lento di "Breaking the spell", capiamo che, questa volta il quartetto toscano si è veramente superato in quanto a song writing, avendo composto un album senza un calo di tensione pur essendo variegato e mai banale nelle soluzioni scelte.
Ma non è ancora finito lo spettacolo... Infatti la tripletta finale di questo "Roll the bone" è semplicemente da urlo, l'album infatti si chiude con un trio di songs in italiano, che contribuisce all'immediata assimilazione dei brani e, ci dimostra come la nostra lingua sia adatta anche alla musica "dura".
Oltre alla tirata "Starrider" infatti, troviamo un pezzo storico della Strana, l'anthem "Non sei normale", vero manifesto di un certo lifestyle e la conclusiva "Non finirà mai", poesia pura di una band purtroppo segnata da una tragedia...
Il disco infatti è dedicato alla prematura scomparsa di un amico fraterno ed ex chitarrista della Bud Tribe/Strana Officina, quel Marcellino Masi, scomparso da qualche anno ma, sempre nei cuori della band e dei fans.
Concludo consigliando a chiunque l'acquisto di questo stupendo cd, poichè chiunque ama l'Heavy Metal, dovrebbe possedere una copia di "Roll the bone"...
Recensione di Alessio Aondio
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