Usciti allo scoperto in piena esplosione power metal i Secret Sphere hanno dimostrato nel corso di questi anni di sapersi distaccare fin da subito dai cliché del genere, proponendo una miscela sonora che include molteplici influenze in grado di differenziarli dalla massa. Il sestetto piemontese non si è mai accontentato di riprodurre la medesima formula all’infinito e pur avendo raccolto eccellenti risultati con il power-prog di “A Time Never Come”, nel successivo “A Scent Of Human Desire” i nostri preferirono virare su sonorità più hard rock oriented con ottimi responsi di critica e pubblico, il successivo “Heart & Anger” del 2005 mostrava invece un approccio alla musica più ragionato e sinfonico grazie alla collaborazione con una vera e propria orchestra filarmonica. Dopo una brutta perdita economica causata dal prima confermato e poi cancellato tour con i Royal Hunt, i Secret Sphere non si sono persi d’animo e in leggero ritardo sulle tabelle di marcia ritornano sulla scena con un nuovo disco, un nuovo concept sotto una nuova etichetta. “Sweet Blood Theory” riprende le tematiche della novella del 1814 di Polidory “The Vampire” riportandola ad una dimensione più moderna e orrorifica in linea con le produzioni di Tim Burton (regista di “Edward Mani Di Forbice” e “A Nightmare Before Christmas”). Musicalmente parlando la penna del leader Aldo Lo Nobile ha concepito undici tracce ben coese che prediligono rispetto al disco precedente un approccio più diretto e chitarristico. Le tastiere di Antonio Agate sono sempre determinanti nell’economia del sound ed in questo caso conferiscono un epicità darkeggiante (vedi “The Shadows Of The Room Of Pleasure”), fondamentale nel rendere al meglio le liriche, tuttavia in molti frangenti le chitarre prendono il sopravvento denotando una vena thrashy come nell’opener “Stranger In Black” o nella conclusiva “Vampire’s Kiss”. Le origini power metal non sono dimenticate e trovano posto nelle sfuriate in doppia cassa nonchè in numerosi ritornelli fra cui spicca quello dell’ottima “Bring On”, mentre sul fronte progressive troviamo i consueti cambi di tempo che portano a splendide ed ariose aperture melodiche. Positivo anche il lavoro vocale di Ramon Messina come di consueto incentrato sulle note alte, eppur non privo di piacevoli varianti verso il basso, qualche pecca viene semmai riscontrata nella pacchianeria di alcuni refrain corali (quello di “Feed My Fire” su tutti), non sempre coerenti con il resto della canzone. “Sweet Blood Theory” conferma le qualità e la personalità dei Secret Sphere aggiungendo ulteriori sfumature al sound di un gruppo in costante crescita.
Recensione di Teospire
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.