Il portale della musica Heavy Metal

recensione

L'inizio del 2009 ci porta la prima pagan release ad opera del terzetto teutonico dei Suidakra passati sotto Wacken Records, divisione di Armageddon Music, comunque legata al famoso festival W:O:A.
La miscela ormai sperimentata in divesi album scandita a colpi di death metal combinato con strumenti folk, dove la cornamusa ha assunto un ruolo sempre più predominante, risulta ancora una volta convincente. Il richiamo e l'interesse che la band dimostra per il folklore celtico è ancora una volta evidente sia nelle musiche che nei testi che, in questo caso, sono incentrati sulla mitologia irlandese.
Come in sede live, anche su disco, è Arkadius il perno attorno a cui gira il resto della band, chitarra, voce e polistrumentista riesce a conferire quel tocco di originalità in un settore musicale vicino al collasso. E' arduo anche per band con diversi anni di attività alle spalle riuscire ancora a sfornare album di un certo spessore evitando la trappola dell'autoplagio o semplicemente di cadere nella banalità.
Così, in un album il cui livello qualitativo è alto, troviamo facilmente picchi di estremo interesse nelle 2 song più lunghe.
La prima è la varia "Isle of Skye" che racchiude tutta l'essenza targata Suidakra, la matrice death violenta e senza compromessi alternata a diverse venature folk giungendo a parti di clean vocals.
In chiusura invece troviamo "Bail's Strand" dall'incipit epico e maestoso che potrebbe fare da sfondo a qualche videogioco ambientato nel medioevo, lascia spazio lentamente ad una progressiva avanzata ad un incrocio tra una ballad e un inno la cui atmosfera richiama i primi Moonsorrow.
Crògacht è realmente un buon lavoro, che lascia ben sperare per il futuro della band e per la scena pagan in generale.

Recensione di Paolo Manzi

tracklist

1. Slàn
2. Conlaoch
3. Isle of Skye
4. Scàthach
5. Feats of War
6. Shattering Swords
7. Ar Nasc Fola
8. Gilded Oars
9. Baile's Strand