Torna la "Figa di Nashville", con il suo quinto album in studio, e lo fa con il solito carrozzone simil western, a base di alcohol, sesso e tanto sano umorismo Redneck.
Dal titolo "From hell to Texas", titolo preso appunto da un film western del 1958, si capisce subito dove andrà a parare il sound del quartetto di cowboys/girls, cioè con punte di estremo interesse per tutti i fan dei mitici ZZ Top del barbuto Billy Gibson.
Quindi di fianco all'usuale grezzo e sporco Rock 'n' Roll della band, troviamo richiami blues, boogie, chitarre slide e chi più ne ha più ne metta per calarci completamente nell'immenso e desertico Texas.
Allora accompagnando i quattro sudisti attraverso la loro nuova fatica, ci imbattiamo in pezzi più tirati e Hard, come l'introduttiva "Speed machine" o la title track, che vanno a braccetto però con brani chiaramente molto "Texani", come la ritmata "Lazy Jesus", con tanto di armonica a riempire la canzone.
Come al solito i "Nashville pussy" non hanno altro obiettivo che suonare Rock 'n' Roll, in puro stile americano, nazione omaggiata con la song "Late great U.S.A.", guidati dalla voce sgraziata di Blaine Cartwright, fondatore di questo gruppo di ironici "vaccari".
Che dire di più, se non una menzione obbligatoria ai testi, veramente divertenti, e come al solito molto Rock 'n' Roll, basti citare "Dead men can't get drunk" per capirci, quindi se avete apprezzato le precedenti releases del quartetto originario di Atlanta, non verrete delusi nemmeno stavolta, tanto ai Nashville Pussy bastano circa 40 minuti per farci scuotere il culo al ritmo sgangherato della loro musica, quindi state all'occhio se dovessero passare dalla nostra penisola...
Recensione di Alessio Aondio
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