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recensione

Come sempre i Taake, o meglio Hoest, si fa attendere tre anni prima di ripresentarsi con un nuovo album. E questa volta doveva neppure esistere questo cd, perchè subito dopo il capolavoro “Doedskvad” il singer norvegese aveva annunciato che la trilogia Taake era finita , per poi cambiare repentinamente idea. Questo, unito alle varie release minori (spli, tributi e live) prive di qualità e spunti interessanti che hanno costellato il periodo 2005-2008, non prometteva nulla di buono.
Ed invece il genio di Hoest è tornato! Inutile dire che l’attesa era enorme, e in questi casi, il rischio di delusione è altrettanto enorme. Ma stavolta non è stato così, se non ai primi due tre ascolti.
E’ vero che vengon abbandonate molte dei riff epici che hanno caratterizzato gli ultimi due lavori, ma di contro vengono riprese alcune sfuriate stile “Nattestid”. Ora c’è da dire che un leggero cambio di stile c’è stato, il songwriting è certamente semplificato, forse anche perchè per la prima volta, tutte le parti, dalle chitarre alla batteria, son registrate da Hoest, senza supporti esterni, ma se dobbiam considerare “Taake” un album mediocre soltanto per i tre capolavori che lo hanno preceduto forse ci stiamo sbagliando. Anzi, Motpol, posta nella seconda parte dell’album è uno dei pezzi migliori dell’intera discografia del gruppo norvegese.
Un capolavoro non è, ma se ci rapportiamo alle uscite recenti provenienti dalle terre nordiche, dire che “Taake” capolavoro diventa.

Recensione di Dimitri Borellini

tracklist

1. Atternatt
2. Umennske
3. Lukt til Helvete
4. Doedsjarl
5. Motpol
6. September omsider
7. Velg bort Livet