Potete definirli Heavy rockers, Stoner metallers, sono stati addirittura tacciati di essere una pseudo Punk-band, in definitiva però, questi Bible of the Devil da Chicago Illinois, giunti ormai al quinto album in sette anni, suonano Heavy Metal dalle svariate influenze, ma pur sempre Heavy Metal.
Il punto è che a mio avviso ci riescono veramente bene, componedo pezzi semplici ma mai scontati, trascinati dalla caracollante voce di Mark Hoffmann, e dai riffs di chitarra decisamente old school, che svariano dai passagi più tirati dell'introduttiva "Hijack the night", a momenti decisamente maideniani tipo il refrain di "Night oath".
L'influenza appunto più evidente è proprio quella della Vergine di Ferro, che fa capolino soprattutto nei bridge chitarristici, tipicamente "cavalcati" a-la-Maiden, pur sempre filtrati però dalla personalità vagamente 70's del gruppo.
Arrivano anche le citazioni ai gloriosi anni settanta, con "Womanize" infatti sembra quasi di sentir gridare il Madman sopra un bel riffone tra i più veloci del Sabbath sound (con le dovute proporzioni s'intende!), oppure un pezzo tipicamente Thin Lizzyano come "Ol' girl", tanto per capire che i ragazzi sanno a chi ispirarsi!
Addirittura fa capolino ad un certo punto del country-blues, all'inizio di "Heat feeler", pezzo che poi ha una quasi inaspettata ma gradita apertura Heavy, giusto per confondere un pò le idee (in senso buono) all'ascoltatore.
Insomma otto pezzi veramente suonati col cuore, da un gruppo che se ne sbatte altamente dei trends del momento, e che semplicemente ispirandosi ai propri idoli è riuscito a regalarci tre quarti d'ora di buona musica da svago.
Recensione di Alessio Aondio
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