Forse un po’ troppo manieristico, ma comunque interessante per via delle molte sperimentazioni di scale e di suoni questo nuovo disco di Gabriele Bellini, giunto ormai ai venti anni di carriera. La chitarra la fa da padrona per tutta la durata del disco, ma non va sopra in modo eccessivo agli altri strumenti. Purtroppo gli sweep e le smanettate in alcune canzoni rovinano secondo me il gusto che si prova nell’ascoltare canzoni quali “Sensation Seeker” o “Independent” o la folle ma divertente “Hyperman”. Gabriele Bellini è indubbiamente talentuoso alla chitarra ed è anche valido come arrangiatore, tuttavia questo disco sembra scritto solo per se stesso e , come tutti i dischi dei chitarristi a là Satriani (ma Bellini è moooolto più folle!), non è in grado di comunicare proprio un bel nulla. Alcune tracce sono un buon sottofondo, ma non aspettativi di riuscire ad ascoltare il disco per intero senza fare altro. Tanta tecnica senza cuore.
Recensione di Riccardo "Rik" Canato
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