Sfuggente e ostico ai primi ascolti il secondo lavoro firmato Cog, è riservato agli amanti delle sonorità più sperimentali ricco com’è di spunti progressivi e cambi di tempo. La proposta musicale è riconducibile ad un alternative rock progressivo in virtù dell’assenza di schemi ben definiti all’interno delle canzoni che farebbero pensare ai meno avvezzi al genere ad un apparente struttura caotica delle stesse. In realtà la natura dei Cog è quella di viaggiare a briglie sciolte senza inutili barriere di sorta dettate da ritornelli, missione difficile dunque quella di tenere l’ascoltatore legato alla sedia per tutta la durata del platter specie quando l’inizio è affidato ad una “No Other way” che supera i dieci minuti tra continui sali e scendi emotivi anche di pregevole fattura. La voce del singer Flynn Gower, una via di mezzo tra Eddie Vedder e tesse melodie più agevoli nella spigliata “Are You Interessed?”, ma è con “What If” e “Bird Of feather” che la band riesce a raggiungere il giusto equilibrio tra le parti progressive e le melodie alternative convincendo fino in fondo. Apprezzabili gli inserti di violino presenti in “Swamp”, mentre appaiono un pò pretenziosi gli intrecci sonori della titletrack e i cambi d’umore ricchi di synth che caratterizzano “Bitter Pills”. “Sharing Space” si conferma insidioso fino alla fine e lascia il dubbio che verrà capito in toto solo dallo stesso trio australiano che lo ha concepito; le idee sono tante e buone, forse troppe e non vi assicuro che al termine dell’ultima traccia vi torni la voglia di rischiacciare il fatidico tasto play.
Recensione di Teospire
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