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Testament - "The Formation Of Damnation" (Nuclear Blast/Audioglobe)

Line up:

Chuck Billy - vocals
Eric Peterson - guitars
Alex Skolnick - guitars
Greg Christian - bass
Paul Bostaph - drums
 

voto:

8,5
 

recensione

S'è fatto attendere per nove anni, ma finalmente i Testament tornano a farsi sentire con questo nuovo "The Formation Of Damnation". Dopo diversi problemi, fisici, di formazione, e persino con la vecchia label, la band statunitense si fa ritrovare in buona forma, un nuovo accordo firmato con la Nuclear Blast, ed una formazione che a parte l'ex Slayer Paul Bostaph ricalca quella dei primi cinque dischi.
Le intenzioni sono chiare, far vedere ai propri fan che la band è ancora in pista, e con tutta l'idea di rimanerci! La voglia di tornare e l'entusiasmo a quanto pare non mancano, ed ascoltando quello che è il nono full-length dei Thrasher californiani questo si capisce fin dal primo minuto: preparatevi a 50 minuti di violenza, tra assoli e riff taglienti di Skolnick e Peterson e la potenza di un Bostaph che pare particolarmente ispirato, il tutto da contorno all'inconfondibile timbrica vocale di Chuck Billy.
Il sound pur rimanendo fedele a quanto sentito in "The Gathering" torna decisamente ad uno stile che ricorda più album come "The New Order" o "Practice What You Preach", merito anche della ritrovata formazione di allora, ed il risultato non delude certo le aspettative: potenza e melodia si fondono nelle tracce di questo disco, dove le chitarre tornano ad essere protagoniste, tra sonorità "old-school" ed elementi più moderni che si integrano a vicenda, facendolo risultare classico ma nuovo al tempo stesso. La buona intro "For The Glory Of" aiuta subito ad entrare nell'atmosfera del disco, e già a partire dalla duo "More Than Meets The Eye"/"The Evil Has Landed" la band mette in chiaro le cose premendo sull'acceleratore con decisione, ed un roccioso Chuck Billy ci trasporta tra le potenti martellate di Bostaph, riff taglienti e soli melodici che arricchiscono questi due potenti brani. Due pezzi molto convincenti che dimostrano come la composizione sia ben studiata, e lo testimonia l'ottimo assolo centrale di "The Evil Has Landed".
E' più deciso il ritmo della titletrack, si fa più aggressivo e veloce, sconfinando nel death, in un brano che ti colpisce dritto in faccia con la suo potenza, tra i growl di Chuck e la tecnica dei due chitarristi che in questo disco fanno vedere tutta la loro abilità coi loro virtuosismi (Skolnick in particolare). "Danger Of The Faithless" è la canzone più melodica del lotto, a dimostrare comunque la varietà di questo full-length, e anche qui la band coglie nel segno con assoli mozzafiato e ritmiche forse più orecchiabili ma non scontate.
A questo punto si viene travolti dalla successiva "The Persecuted Won't Forget", anche qui la band dà gran prova di tecnica e fonde vecchio e nuovo in un brano che sintetizza in buona parte i due precedenti, e si rimane incantati davanti alle melodie tracciate dalle chitarre. La batteria di Paul la fa invece da padrona in "Henchman Ride", dettandone i ritmi con precisione e potenza invidiabili, dando perfettamente ragione alla band californiana (se arrivati fino a qua ce n'era ancora bisogno) nella scelta del nuovo drummer.
Ha un che di settantiano la seguente "Killing Season", canzone più classica ed accattivante, ancora una volta con assoli spettacolari ad alternarsi con l'aggressività del ritrovato Chuck Billy, che dopo il cancro ed anni di concerti live si presenta ancora con la stessa passione e per fortuna in ottima salute.
"Afterlife" mantiene alto il ritmo e si contrappone un pò alla precedente per le sue sonorità più moderne, ricordando per certi versi gli Annihilator, mentre una delle canzoni migliori del disco è sicuramente "FEAR", che parte con un ritmo indiavolato spezzato solo dalla melodia del refrain e dei cori per poi dar spazio all'immancabile assolo centrale (rispetto agli ultimi dischi il ritorno di Alex si fa sentire eccome), e riprendere infine tra continue accelerazioni.
Non sembra neanche di essere già arrivati alla fine, ed in "Leave Me Forever" viene lasciato ampio spazio al basso di Greg Christian, in una canzone decisamente più lenta e melodica, in cui non mancano però parti più veloci e riff distorti, in un'atmosfera cupa e a tratti quasi malinconica.
C'è ben poco da aggiungere insomma, i Testament dopo tanta attesa si riaffacciano in grande stile sulla scena, con un album che difficilmente potrà deludere i fans, e che mostra cinque musicisti che assieme sanno fare grandi cose. Di sicuro a fine anno "The Formation Of Damnation" farà parte della mia top ten di questo 2008!

Recensione di Marco Manzi

tracklist

  1. For The Glory Of
  2. More Than Meets The Eye
  3. The Evil Has Landed
  4. The Formation Of Damnation
  5. Danger Of The Faithless
  6. The Persecuted Won't Forget
  7. Henchman Ride
  8. Killing Season
  9. Afterlife
  10. FEAR
  11. Leave Me Forever

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