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Jon Oliva´s Pain - "Global Warning" (AFM Records/Audioglobe)

Line up:

Jon Oliva: Piano, Voce, Chitarre
Matt LaPorte: Chitarre
Kevin Rothney: Basso
Chris Kinder: Batteria
John Zahner: Tastiera
 

voto:

7
 

recensione

C’era una volta la band più emozionante e sincera che la storia abbia conosciuto, il cui nome era Savatage, ed i cui magici fratelli si chiamavano Jon e Criss Oliva. Orfano del compianto Criss, Jon Oliva porta avanti da anni un progetto omonimo che ha il pregio di includere riff e parti di canzoni composte con il fratello nei loro primi anni di attività, quando tutte le giornate erano divise tra il sudore e strumenti scadenti contrapposti ad una vena artistica di livello inarrivabile. Quei Savatage rivivono ora tra le canzoni e le note di Jon Oliva e della sua band, mai attiva nei precedenti dischi quanto in questo terzo e fortunato “Global Warning”. Recensire un disco di Jon Oliva (ossia Savatage) significa mettere da parte il proprio amore per quello che è stato ed è il “maestro” di chi scrive queste righe emozionate, per fare un’analisi oggettiva. Ci troviamo di fronte ad un lavoro misto, con pezzi grezzi e heavy in vecchio stile Savatage e Dr. Butcher (Adding the Cost su tutte), pezzi stile nuovi Savatage (Global Warning e la magnifica Stories – pezzo che doveva comparire sull’ormai impossibile nuovo album della band madre) e canzoni in pieno stile Jon Oliva, un uomo capace di condensare tutte le proprie emozioni all’interno di opere d’arte che durano qualche minuto. Un genio che in questo disco ha dimostrato tuttavia di avere perso parte dello smalto che lo ha reso una leggenda vivente. La critica principale va ai testi, incentrati sulla pace e sulla fine del mondo occidentale (la critica non va tanto alle tematiche, quanto alla composizione poco profonda e dozzinale), incapaci di mordere e commuovere fino alle lacrime come i precedenti (manca Paul O’Neill, si sente) e alla troppa differenza tra i brani. I Savatage erano unici, ma avevano un filo conduttore in ogni brano, forse dovuto alla chitarra di Criss fino a Edge of Thorns (Matt LaPorte è bravo ma incomparabile) ed alla sinergia che questa creava con la voce, il piano ed il genio di Jon. Le canzoni prese singolarmente sono in realtà quasi tutte magnifiche, tuttavia il concept e l’accostamento dell’una con l’altra le penalizzano notevolmente. Stupende ad ogni modo “Before I Hang”, “Look at the World” e “Walk Upon the Water”. La voce di Jon è in forma, la band che lo accompagna è motivata e valida ed il tour europeo si preannuncia come qualcosa di memorabile. Sì, non sono i Savatage (e quanto vorrei potere dire il contrario, io che li amo sopra ogni cosa!), ma è sempre il Mountain King, con la sua voce da orco cattivo, da cantastorie e da maledetto romantico. Un personaggio che ha pochi simili, lontani nel tempo e nelle storie, ma vicini nell’arte di creare mondi da sogno e da incubo, atmosfere mozzafiato. L’essenza dell’artista racchiusa in un gigante buono e triste. Ciao Jon, bentornato.

Recensione di Riccardo “Rik” Canato

tracklist

  1. Global Warning
  2. Look At The World
  3. Adding The Cost
  4. Before I Hang
  5. Firefly
  6. Master
  7. The Ride
  8. O To G
  9. Walk Upon Water
  10. Stories
  11. Open Up Your Eyes
  12. You Never Know
  13. Someone/souls

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