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Mercenary - "Architect of Lies " (Century Media Records/***)

Line up:

Mikkel Sandager - Vocals
Jakob Mølbjerg - Guitars
Martin Buus - Guitars
Morten Sandager - Keyboards
Mike Park - Drums
René Pedersen - Bass, Vocals
 

voto:

7,5
 

recensione

Quinto full-length per i danesi Mercenary e primo lavoro in studio per il nuovo bassista/cantante René Pedersen, sostituto dello storico fondatore Henrik "Kral" Andersen, che ha abbandonato la band nel 2006. I Mercenary proseguono il loro cammino all’interno di un territorio che ha assunto confini ben definiti, proponendoci un genere che la band sembra padroneggiare con maggiore consapevolezza e maturità, forte anche dell’esperienza accumulata durante gli anni. Fin dalle prime note le coordinate stilistiche sembrano chiare: death melodico di stampo svedese unito ad innesti power e thrash che richiamano alla memoria i grandi Nevermore, con tanto di doppio cantato (growl/pulito) e tastiere che contribuiscono ad arricchire il suono delle chitarre senza snaturarlo o appesantirlo. Sono proprio le tastiere a costituire uno dei punti di forza del disco, perché l’uso che ne viene fatto è molto vario, cosa che consente a questo strumento di dare un notevole contributo al riffing, fino al punto di concedersi anche una piccola incursione in territori solistici (nel brano “The Endless Fall”). Tutto ruota intorno a un preciso meccanismo, un continuo rincorrersi e alternarsi di sensazioni contrastanti, reso possibile dall’ormai noto dualismo potenza/melodia che comunque, nell’economia del disco, assume un ruolo ben definito e tutt’altro che scontato. Il meccanismo è semplice ma funziona: i riffs serrati e potenti e i ruggiti di Pedersen contribuiscono a creare una forte tensione che viene spezzata dalle melodie delle tastiere e dai fantastici acuti di Mikkel Sandager, cantante capace di raggiungere una notevole intensità emotiva e di ammaliare l’ascoltatore. I brani “New Desire”, “Embrace The Nothing”, “This Black And Endless Never” e “Black And Hollow” sono senza dubbio i più riusciti e sicuramente sono quelli che sanno esprimere al meglio quell’alchimia di elementi di cui si parlava in precedenza. In definitiva si tratta di un disco valido, ben curato in fase di produzione, che ci presenta una band piuttosto matura, dotata di una notevole tecnica esecutiva e di una buona vena compositiva, anche se quest’ultima finisce per dare un senso di ripetitività in alcune fasi del disco, motivo per cui l’attenzione dell’ascoltatore rischia di avere qualche calo. Per fortuna si tratta solo di piccole fasi e l’album presenta comunque una buona manciata di brani che si distinguono e che non mancheranno di catturare l’attenzione dell’ascoltatore.

Recensione di Antonio Giangrasso

tracklist

  1. New Desire
  2. Bloodsong
  3. Embrace the Nothing
  4. This Black and Endless Never
  5. Isolation (The Loneliness in December)
  6. The Endless Fall
  7. Black and Hollow
  8. Execution Style
  9. I Am Lies
  10. Public Failure Number One

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