Nuovo album per lo svedese Vintersorg che per questo lavoro si avvale di un’ottima formazione (Mattias Marklund alla chitarra ormai in pianta stabile nel gruppo dal precedente album, Steve DiGiorgio al basso e Asgeir Mickelson alla batteria). L’apporto stilistico della nuova formazione è notevole anche se tutto il lavoro di composizione e la maggior parte di quello di arrangiamento viene svolto dallo stesso Vintersorg, dimostrando ancora una volta le sue ottime capacità.
La musica è molto più progressive rispetto alle precedenti release . Infatti, oltre alle solite alternanze di black metal e folk svedese, vi sono riferimenti all’elettronica (l’intro “Quotation”) e parti di tastiera e di hammond molto più marcate.
I testi ci accompagnano in un viaggio nell’universo della matematica e della fisica attraverso un concept molto insolito per questo genere, come insolito è l’uso, per alcuni testi, dello svedese, che aggiunge un tono più mistico e oscuro all’album. Non si può citare un singolo brano poiché è un lavoro molto vario. Si và da canzoni tipicamente black metal (la conclusiva “Trance locator”), ad altre sostenute da tastiere eteree (“A star-guarded coronation”) , passando per la progressive “E. S. P. Mirage” , per l’incedere a tratti maideniano di “A methaphysical drama” (la più scientifica del lotto) e per la precisione esecutiva di “Universums dunkla alfabet” il cui stacco folk nella parte centrale si amalgama in maniera perfetta col resto della canzone. Forse la canzone che rappresenta meglio l’album è “The explorer” che nei suoi 7 minuti di lunghezza alterna perfettamente parti aggressive a parti più pacate e melodiche tra vari stacchi solistici di grande rilievo, dando piacevoli sensazioni di libertà, energia e forza interiore.
Il lavoro dei singoli elementi è eccezionale, soprattutto degno di particolare nota è la prestazione vocale di Vintersorg capace di passare con naturalezza incredibile dallo screaming tipicamente black a una voce pulitissima capace di imbastire intricati cori e linee vocali mai scontate.
Concludendo, questo è un album molto diverso da ciò che esce di solito in questo periodo, molto più innovativo di ciò che ci presentano come tale. Peccato che siano in pochi quelli che conoscono questo gruppo.
Recensione di Simone Bonetti
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