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recensione

Funereo come abitudine arriva dalla Danimarca il terzo album di Nortt, la ben nota one man band dedida ad un oscuro funeral doom.
Se non si ama il genere, certamente "Galgenfrist" può risultare, come i lavori che lo hanno preceduto, monotono e agonizzante. Tuttavia questa piccola sezione del black metal fa della ripetitività uno dei suoi punti cardine, così un lavoro che può sembrare privo di idee ai più, può far gridare al miracolo a chi cerca una musica piena di nichilismo.
Io personalmente mi pongo nel mezzo, anche se leggermente spostato verso il lato positivo di questo genere musicale, tanto che quest'opera di Nortt mi ha condotto, ad una estremizzazione della sensazione dell'angoscia e credo che fosse proprio questo l'obiettivo del compositore danese.
Già l'artwork è presagio di tenebre, solitudine e morte. Ma poi ascoltando le sette lunghe composizioni di Nortt, pressochè prive di parti vocali, si viene circondati da un'atmosfera fredda, deprimente, tanto da far venire i brividi e pensare alla perdizione.
E questo, ripeto, è sicuramente quello che Nortt cercava di esprimere: un nuovo forte messaggio di solitudine, depressione, angoscia.
Credo che quando un artista riesce nell'intendo che si era prefissato, difficilmente ha sbagliato nella sua opera, anche se, è innegabile, a livello prettamente musicale gli spunti che "Galgenfrist" può dare sono veramente esigui.
Inutile continuare nell'analisi: o si apprezza o si detesta.

Recensione di Dimitri Borellini

tracklist

1. Galgenfrist
2. Til Gravens Vi
3. Af Døde
4. Kaldet
5. Over Mit Lig
6. Havet Hinsides Havet
7. Hjemsøgt