Bastano il nome, la provenienza e le prime note per capire che il genere di riferimento per i finlandesi Sinamore è il gothic metal, tuttavia quello che con l’intro sembrava poter essere l’ennesimo tentativo di clonare il sound di Laihiala e Tenkula, svanisce nel corso del disco grazie all’intrusione di gradevoli varianti che rendono il tutto un po’ meno scontato. E già perché aggirare certi schemi e clichè in un contesto come quello gotico non è facile ed anche i Sinamore talvolta cascano nella trappola del “già sentito”. Buona la partenza di “Better Alone” brano dinamico e moderno che rimanda immediatamente agli ultimi Paradise Lost, e non sarà l’unica citazione della band anglosassone nel corso del disco, anche se occorre precisare come il sound del quartetto scandinavo poggia essenzialmente sulle chitarre senza il contributo di diavolerie elettroniche. I brani successivi si sviluppano con buoni risultati su soluzioni piuttosto dirette riconducibili proprio ad una sorta di connubio tra la band di Holmes e i già citati Sentenced, ma sono impreziositi da buone linee vocali interpretate con un range vocale pulito che sa anche graffiare e da fraseggi strumentali di qualità che alimentano i break centrali. Segnaliamo in merito la qualità di “Dressed In White” e “The Burning Frame”, mentre in canzoni come “Frozen Mile” e “Eyes Of May”, le scelte melodiche appaiono troppo legate al decadentismo esasperato tipico del genere. Piacevole sorpresa infine l’ascolto della malinconica “Unbreakable Calm”, song più articolata, con tanto di intersezioni progressive (presenti anche nell’ottima “Everything Ends”), che mi hanno ricordato i Tristania di “Ashes”, in grado di togliere prevedibilità al songwriting; quest’ultima considerazione ci porta a tenere gli occhi aperti su una band che con “Seven Sins A Second” offre un disco piacevole, talvolta prevedibile ma ricco di spunti ed intuizioni che in futuro potrebbero far lievitare le quotazioni della band finlandese.
Recensione di Teospire
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