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recensione

I trentini Sneak giungono alla loro incisione in studio nel 2006, intitolandola “Hypocrisy’s Fair” e presentandosi come band dedita al genere definito “nu-metalcore”. Il demo, registrato ai Blue Noise Studio, presenta quattro brani miscelanti influenze che derivano da più generi. Dopo l’intro che riporta una citazione di carattere politico, di cui probabilmente nessuno sentiva il bisogno, il primo brano che viene servito è “Need & Hate”, sicuramente il migliore dei quattro, vuoi per i suoi richiami ai Machine Head più sperimentali, vuoi per la violenza del brano, in cui tutti i musicisti riescono a mettersi in luce, sia come solisti che come individui in grado di creare un muro di suono sinergico. Il secondo brano “Non senti” è invece il più sprecato del piccolo lotto, a causa del testo in italiano che porta assolutamente l’orecchio sulle (ben poco ricche di significato a dire il vero, ormai vittime di un cliché trito e ritrito) penalizzando la musicalità di un pezzo che andava comunque arrangiato meglio. La produzione (dove non è riconoscibile neanche una sola sovra incisione di chitarra in tutto il demo) mette in risalto le doti del batterista e la voce di Faq, il cui growl è assolutamente di primo livello a differenza del pulito troppo nasale. “Without Feelings” risulta invece essere un buon brano, anche per l’idea di includere ritmi tribali alla Sepultura nel ritornello: tuttavia manca di quell’esplosione che faccia alzare gli ascoltatori dalle sedie o saltare in piedi nei live. “Whirly Brain” chiude il demo in modo molto violento: si tratta di un pezzo da ascoltare dentro se stessi, lasciandosi riempire dal ritornello in down tempo, ricco di pathos e rabbia. Progetto da rivedere. Forse sono più le cose negative di quelle positive, ma qualcosa di originale c’è.
Insistere su quello senza pietà.

Recensione di Riccardo “Rik” Canato

tracklist

1. Intro
2. Need & Hate
3. Non Senti
4. Without Feelings
5. Whirly Brain