I Thorn.Eleven vengono a formarsi nel 1996, dopo la produzione di alcuni demo sono passati nel 2001 sotto la SPV\Steamhammer con la quale hanno pubblicato i loro ultimo album: “A Different View”.
L’ opening “Goddam Me” truck inizia in modo un po’ equivoco, se non tedioso, ma poi si risolve in un buon pezzo hard rock con sfumature noise, la voce un po’ chiusa si adatta allo stile della composizione.
Al secondo posto c’è “Hollow” che si caratterizza per un’ atmosfera un po’ più pesante e dei suoni che alle volte risultano troppo sporchi, ma è da segnalare anche una buona apertura melodica.
“Out To You” non spicca per espressività ed i suoni di chitarra che vengono utilizzati sono decisamente troppo chiusi, quasi ovattati.
In “4111” vengono mantenute le tonalità medie della song precedente, ma è presente più sentimento.
La quinta traccia untitled è una canzone strumentale che si sviluppa su tonalità più cupe, l’ impianto musicale non è affatto spiacevole, ma troppo poco vario per rendere superflua la presenza di una linea vocale.
In “Prove Me Right” l’ arrangiamento non è dei più fantasiosi, ma la linea vocale riesce in qualche modo a valorizzarlo.
Al settimo posto abbiamo una canzone acustica: “Maze”, che risulta semplice, ma espressiva. Alcuni effetti di feedback contribuiscono positivamente nella creazione di un’ atmosfera melanconica. La linea vocale è adeguata, ma il timbro della voce non la valorizza pienamente.
In “Where Do We Go” dovrebbe avvenire una ripresa di energia, ma la scelta assolutamente inadeguata della timbrica dei vari suoni vanifica una canzone che per il resto non sarebbe affatto male.
“Bastard Former Self” è un pezzo di rock sdolcinato che da un certo fastidio.
Al decimo posto “Let You Down” tenta di risollevare il flop della traccia precedente, ed in parte ci riesce esprimendo energia e senso melodico, assolutamente disutile l’assolo.
“Withwood Harvest” chiude il disco in modo non proprio ineccepibile, e un cambio di stile che fatica ad innestarsi nel contesto, ma che se presa singolarmente presenta un ottimo sviluppo.
Nel complesso il disco presenta svariati buoni spunti, il cui effetto viene molto limitato da una scelta di suoni che non risulta mai adeguata ed è un peccato vista la buona capacità, dimostrata nel corso di tutto quasi tutto il disco, di rendere le tonalità malinconiche.
Recensione di Lorenzo Canella
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