Ho conosciuto i Monster Magnet circa un decennio fa grazie ad una loro canzone presente come colonna sonora per un videogame di motociclismo e mi hanno subito incuriosito. Devo ammettere che nel corso della loro carriera sono riusciti a sfornare buoni album, non sempre capolavori, ma comunque che ne rendessero giustificato l'acquisto, almeno per un fan.
Ora, dopo i vari problemi di droga sfociati con la brutta esperienza di overdose e consecutivo ricovero del vocalist Dave Wyndorf, la band pare aver trovato la giusta lucidità e nuove motivazioni per andare avanti.
Così, a quasi 18 anni dall'uscita dell'omonimo debut album i Monster Magnet giungono alla pubblicazione del nono album.
"4 Way Diablo" è stato concepito dopo il ricovero di Dave, un'esperienza davvero importante che, come da sua stessa ammissione, ha influito anche sulla stesura di questi pezzi.
Il disco suona bene, è orecchiabile dalla title track all'ultima song, passando da riff pesanti ad effetti psichedelici, un mix che pone il lavoro a metà tra un sound anni '70 e '90.
Buona la performance vocale, anche se a dire il vero meno incisiva ed aggressiva di quella presente in "Monolithic Baby".
Chitarre stoner-rock, una voce ispirata, un song writing ricercato fanno di questo disco un must per i fan della band.
Recensione di Paolo Manzi
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