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recensione

Ascoltando questo omonimo debutto dei Bourbon Flame, mai e poi mai, avrei pensato che questo lavoro provenisse dalla Bergen norvegese, famosa oltre che per il suo fiordo, anche per essere città natia di innumerevoli gruppi dediti al metal più estremo.
Quando poi ho letto la line-up ho faticato a credere: infatti il leader del gruppo è Janto degli Hades Almighty. Ma le sorprese non sono finite qui, infatti a parte il secondo chitarrista T. Ringstad, nella band troviamo il batterista Erik dei Deathcon ed ex-Aeturnus e il chitarrista Ice Dale militante negli Enslaved e negli I.
Probabilmente questo progetto è nato un po' per gioco, ma poi visto il calibro, gli artisti si solo lasciati prendere la mano ed ecco che hanno pubblicato un lavoro che sembra provenire dagli eighties hollywoodiani. I nove pezzi del platter sono tutti di ottima fattura ed accattivanti anche se si rifanno chiaramente a band come WASP, L.A. Guns. Si sente poi qua e là un tocco che richiama il glam dei Motley Crue soprattutto a livello chitarristico mentre il singer Janto avrà tra i suoi idoli ed ispiratori l'inglese Phil Lewis, cantante dei già citati L.A. Guns.
L'opener "Six Feet Under", "Gallo In A Henhouse" e "Royal Cardinal" li ho trovati i pezzi migliori del lotto all'interno di un disco comunque senza grosse pretese, poichè anche a livello lirico vengono ripresi i tipici temi del "Sex, Drug and Rock'n'Roll". Tuttavia il disco si è rivelato interessante, coivolgente e con una produzione ruvida e sporca indicata per il sound ricercato. L'originalità è un'utopia, ma se tutti i dischi fatti per passione e divertimento fossero così...complimenti ai rockers norvegesi.

Recensione di Dimitri Borellini

tracklist

1. Six Feet Under
2. Rock Vice
3. Royal Cardinal
4. High On The Bourbon Flame
5. Back in the Saddle
6. Rooster In a Henhouse
7. Midwest Punk
8. Get Liquored
9. Got What It Takes