Ci sono gruppi come gli In Flames che album dopo album aggiungono elementi sempre innovativi al proprio sound cercando di proporre lavori freschi e avanti coi tempi (a volte anche troppo). Ci sono altri gruppi che nonostante possano vantare una carriera più che ventennale non hanno cambiato di una virgola il proprio modo di fare musica, rischiando in certi periodi di scomparire dalla scena, ma alla che alla fine hanno contribuito a dimostrare l'immortalità di questo genere musicale. I Tankard fanno decisamente parte del secondo gruppo sopracitato. "Beast of Bourbon" ricalca esattamente quelli che sono i calssici stilemi che hanno sempre caratterizzato il thrash di matrice teutonica. E' decisamente il degno successore di album come "B-Day" e del Debut "Zombie Attack". La formula proposta da Gerre e compagni è sempre la solita, marcati riff, batteria martellante, voce marcia, tanta voglia di divertirsi e soprattutto tanta tanta birra! Ecco quindi affiorare pezzi pesanti e devastanti come "Under Friendly Fire" e "Generic Overkill", non manca qualche assolo power che un pò richiama alcuni famosi brani dei Primal Fear vedi "Die With a Beer in Your Hand" senza dubbio anche il titolo più curioso di tutto l'intero album. In "The Horde" e "Dead Man Drinking" il drummer Olaf Zissel offre un saggio della sua potenza e del suo valore. Tutto l'album scorre velocemente le sue undici tracce e così come tutte le belle cose ci si avvia alla conclusione. A terminare quest'ottimo lavoro un inno, la cover di "We're Coming Back" dei Cocksparrer. Ben tornati Tankard vi auguriamo altri 20 di questi anni!
Recensione di Paolo Manzi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.