Nascono nel 1987 a New York con la volontà di conquistare le classifiche con una musica travolgente, positiva, divertente ma ad un tempo possente, anthemica, trascinante e caldissima.
Per alcuni, il genere suonato dalla band è hair metal, per altri AOR, o class metal, o semplicemente hard rock melodico; per me “Miami Vice Metal”. Ciò che conta è la sostanza dell’album, e tra i solchi di questo disco s’incontrano le ritmiche più avvincenti, i refrain più spettacolari, i riff più coinvolgenti e le tastiere più sognanti, unite ad una vocalità ariosa, sapiente, maestosa, quasi mitica.
E’ quasi impossibile scegliere dei brani rappresentativi per l’album, perché ogni canzone è un gioiello, è storia a sé. “Bang Bang” e “Rock America”, “Naughty Naughty” e “Under the Gun” ti trasportano su note incalzanti direttamente nelle zone più lucenti e sognanti del sogno americano; “Saturday Nite” non manca di trascinarti tra le strade movimentate e viziose delle metropoli, tra groupie di lusso, alcool e Corvette svettanti.
“Don’t Walk Away” è un diamante AOR di rara bellezza, la faccia più intimista della band, dove ogni particolare viene misurato da giudici celestiali, e in cui i licks di chitarra, dolce accompagnatrice o protagonista, assurgono a piena dignità di ricercatezza melodica, la ritmica costruisce l’impenetrabile muro del suono e le tastiere vestono il tutto con vestimenti di seta.
Con “Boys Will Be Boys” scendiamo ancora di più tra gli anfratti più remoti delle tentacolari città americane del peccato, sempre sul filo di una musicalità irresistibile e perfetta in ogni suo elemento.
E così, fino alla fine, fino all’undicesima traccia, la scoppiettante e nervosa hair-blues di “Live It Up”, l’album concentra in sé il meglio della produzione hard’n’heavy melodica del tempo, guadagnandosi un posto ai vertici del genere.
Recensione di Marco Priulla
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.