Si intitola "The Things I've Left" il sorprendente promo della band capitolina Lykaion. Successore del primo demo "Behind the Whisper", datato 2005, questo nuovo Ep colpisce subito per la sua Eccellente produzione. Se l'underground musicale, soprattutto italiano, è spesso penalizzato dalla scarsa resa audio degli studios, questo non si può affatto dire per le quattro tracce proposte dalla band guidata dalla singer Tiziana Palmieri, che hanno veramente ben poco da invidiare a una produzione del mainstream. Veniamo dunque alle canzoni. L'opener ha un titolo promettente, "Desert of Emotions" e le premesse del titolo non deludono affatto già dal primo ascolto. Chi si aspetta la classica band gothic con voce femminile si troverà di fronte ad un clamoroso errore.
"Desert of Emotions" è sicuramente la migliore delle quattro songs del promo: tiro, groove, rabbia, melodia, ottimi arrangiamenti e ritornello catchy. Questa canzone ha davvero tutto per riscuotere successo, soprattutto in sede live. Se invece si vuole cercare un accenno al gothic lo si può trovare soprattutto in "Serenity" e "Not A Farewell": si tratta tuttavia di escursioni (fatte per giunta con molto, molto gusto) al di fuori di un costante marchio sonoro che definirei "new-thrash". Per dare qualche riferimento ai lettori, chi scrive, ha subito pensato ai Nevermore ed agli Opeth come principali ispiratori del combo romano. La particolarità dei Lykaion sta infatti nel riprendere molti spunti della band di Warrel Dane e di quella di Akerfeldt, adattandole a un cantato femminile. Chiedo scusa: ad un ottimo cantato femminile. Oltre alla ottima produzione, alle chitarre molto ispirate di Fabio Valentini e Alessandro Sforza e ad una sessione ritmica tutta d'un pezzo gestita da Valerio Miseferi ed Andrea Alberati, ciò che più emergere è difatti la prestazione dietro ai microfoni di Tiziana: un misto di grinta, rabbia, a tratti di delicatezza, che ricorda molto, almeno al sottoscritto, quella Sandra Nasic ex-singer dei Guano Apes, prestata a sonorità molto più heavy.
Soffermarsi troppo su ogni canzone sarebbe inutile: questo promo va procurato ed ascoltato per numerose ragioni. Era ora che dall'underground uscisse qualcosa di davvero interessante e godibile sin dal primo "play". Le forti melodie entrano subito nell'orecchio dell'ascoltatore e se forse non restano subito in testa (cosa dovuta probabilmente anche al genere musicale proposto), basta qualche ascolto in più per ritrovarsi senza troppe sorprese a battere il piede o a canticchiare le melodie vocali e delle chitarre. I Lykaion meritano l'attenzione del pubblico...e soprattutto di qualche etichetta disposta a credere in loro. Il risultato musicale è più che positivo, sta ora al mainstream ed ai Lykaion stessi la responsabilità di portare alle luci della ribaltà "The Things I've left". Pollice sicuramente all'insù, in attesa di un dovutissimo full-lenght.
Recensione di Riccardo “Rik” Canato
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