News inserita da: Paolo
6/28/2005
Mercoledi 29 Giugno, Milano - Rolling Stone 20,00 euro (inizio ore 21,30)
Sabato 2 Luglio, Padova- Sherwood Festival www.sherwood
Con il loro ibrido di veemenza hardcore e desolazione dark, fatto di ritmi tribali, suoni meccanici ed elettronica distorta, i Killing Joke di Jaz Coleman hanno posto le basi per la nascita della musica industrial.
Quasi vent’anni prima del successo mondiale dei Nine Inch Nails, nascono in Inghilterra i Killing Joke, massimi ispiratori della “danza apocalittica” di Trent Reznor. La band si forma nel 1979 e annovera il cantante Jaz Coleman, il batterista Paul Ferguson, il chitarrista Geordie e il bassista Martin "Youth" Glover. Emuli dell’art rock nevrotico dei Pere Ubu, ma anche del dark-punk spettrale di Siouxsie and The Banshees, i Killing Joke danno vita a tre singoli dirompenti, che li portano alla ribalta nella scena underground britannica. L’album d’esordio Killing Joke (1980) è la sublimazione di questo stile, in bilico tra hard-rock e new wave, punk e gothic-rock. Le sonorità violente e metalliche degli esordi si stemperano progressivamente in canzoni pop-dark con cadenze sempre più ballabili, seppur immerse sempre in atmosfere gelide e depresse. Il secondo album, What's This For (1981) propone un pugno di brani distorti, che si snodano su basi elettroniche e battiti tribali. Il successivo Revelations (1982) frutta il primo hit, “Empire Song”, ma non aggiunge molto al loro repertorio. Dopo l’uscita del disco, il bassista Youth lascia la band, rimpiazzato da Paul "Raven" Vincent. Quando sembrano vicini allo scioglimento, i Killing Joke ritrovano nuova linfa, grazie all’arrivo del batterista Martin Atkins (Pil).Di nuovo sulle scene dopo sette anni di silenzio, Coleman e compagni sfornano Killing Joke 2003, disco ammantato di sonorità moderne, ma con una inconfondibile matrice anni Ottanta che potrebbe attizzare vecchie nostalgie represse nei fan degli Eighties.
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