L’ intervista telefonica a Stanley Whitaker devo dire non mi vede tranquillissimo, visto il fatto che la comunicazione è piuttosto disturbata, ma vista la pazienza ed il buon cuore del chitarrista, sempre disponibile a ripetere, il tutto è giunto a buon fine.
Lorenzo:
Ciao, come va?
Stan:
Bene, grazie e tu?
Tutto a posto, possiamo cominciare
D’accordo; allora… so che gli “Happy The Man” sono una band che si è formata diversi anni fa e vorrei sapere in che modo
Il nucleo centrale degli “Happy The Man” si è formato nel 1969 quando andavo in una scuola superiore inglese nel centro della Germania, ero la perché mio padre lavorava nell’esercito e spesso veniva mandato per lavoro in varie parti del mondo. Io facevo parte della banda della scuola e li ho conosciuto Frank, poi siamo ritornati negli stati uniti, in Virginia ed abbiamo completato la formazione ed iniziato a suonare.
Dopo alcuni anni, per varie ragioni ci siamo sciolti, ma un paio d’anni fa, nel contesto di un festival di progressive rock mi è capitato di ricevere molti complimenti per i lavori del mio gruppo e la richiesta di riunificare la band, anche l’organizzatore del festival ha proposto che se gli “Happy The Man” fossero tornati insieme, ci avrebbe dato il posto di headliner del festival. Da li abbiamo deciso di riprovarci.
Insomma, una bella soddisfazione scoprire dopo tanti anni di avere un pubblico così caloroso.
Ti dirò, in un primo momento più che soddisfazione ho provato incredulità, sicuramente in un secondo momento la felicità è stata molta, ma sinceramente non credevo possibile un evento del genere. La in Italia siamo conosciuti?
Ehm… purtroppo devo dirti che non lo siete molto, il vostro, come tanti altri meritevoli generi non va per la maggiore, si ascoltano di più generi di più facile ascolto.
Vorrei poi domandarti qual è l’origine del vostro nome perché non mi sembra un tipo di nome canonico.
Si, in effetti è abbastanza particolare, ma è stata una scelta, non un caso. Volevamo proporre un tipo di musica diversa da quella che esisteva, così abbiamo cercato un nome adatto, è stato preso dalla bibbia.
Puoi dire due parole per presentare il vostro album “The Muse Awackens”.
Beh, il contesto all’incirca te l’ho già spiegato, poi il titolo è dovuto al modo in cui è avvenuta la composizione, dopo lunghi tempi morti in cui non si concludeva nulla, tutto ad un tratto la musica scorre via nella mente, come se venisse da un posto più alto, come appunto se venisse da una musa.
Sei soddisfatto della riuscita dell’album?
Decisamente si.
Che ne pensi di gruppi italiani di progressive rock come “P.F.M.” ?
Non li ho mai conosciuti personalmente, ma mi piace molto la loro musica e sarei lieto di venire in Italia ed aprire i concerti per loro.
E dei “Dream Theater”?
Beh, loro sono un po’ più pesanti di noi, non sono male, ma preferisco cose più calme e melodiche.
Io avrei finito, vorresti aggiungere qualcosa?
Si, che amo l’ Europa e soprattutto l’ Italia e spero decisamente di venirci presto in tour.
Ottimo, vi aspetto allora. Ciao e grazie!
Di nulla, grazie invece a te. Ciao.
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