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Arch Enemy

Line up:

Christopher Amott − Guitar
Michael Amott − Guitar
Sharlee D’Angelo − Bass
Daniel Erlandsson − Drums
Angela Gossow − Vocals
www.archenemy.net
 

Doveva essere un tennista di successo ma il destino di Daniel Erlandsson è stato ben diverso. Abbiamo incontrato il batterista degli Arch Enemy per un`intervista nella quale si racconta con entusiasmo e franchezza.

Paky: Quest`estate i vostri converti stanno andando davvero bene, vi ho visto anche al Metal Town di Göteborg e nonostante la pioggia la vostra performance è stata entusiasmante. Generalmente partecipate a molti festival estivi, avete suonato dappertutto! C`è un Paese che avete visitato per la prima volta in questi mesi?

Daniel: Una settimana fa siamo stati in Bulgaria per la prima volta. È stato davvero interessante vedere che abbiam una buona fanbase anche lì. Quando si suona per la prima volta in qualche paese è sempre stimolante. Tante persone ancora non ci conoscono quindi è bello presentarsi ad un nuovo pubblico.

P: Senti anche tuo fratello è batterista... ora due batteristi per due genitori... poveretti come hanno fatto a sopportare il baccano creato da questi due ragazzini?

D: Beh si in effetti... ma erano felici della nostra scelta! È andata cosÌ: Adrian ha iniziato per primo, lui ha sei anni più di me. Praticamente lui ha avuto per primo una batteria da piccolo. Io ho iniziato quando avevo tredici anni più o meno. Avevamo la batteria ergo ho iniziato a suonare questo strumento.

P: Quindi è grazie ad Adrian che hai iniziato, alla fine ti ha trasmesso questa passione...

D: Si totalmente, da lui ho imparato molto. Sai è solo grazie a lui che sono qui ora... magari avrei suonato il piano se lui non avesse incominciato a suonare la batteria.

P: A quanto so, suoni il piano...

D: Si, ma non ho lo stesso legame come con la batteria sai, la batteria è lo strumento che sento totalmente mio.

P: Oggi gli At The Gates suoneranno qui, quindi tu e tuo fratello sarete sullo stesso palco come è già capitato moltissime volte. Sinceramente vi è una sorta di sana rivalità tra fratelli?

D: Non più assolutamente, anzi è davvero figo suonare insieme. Qualche anno fa io ero in tour con i Carcass e anche gli At The Gates erano in giro per la loro reunion... quindi ogni weekend suonavamo in un festival, lo stesso festival, ed è stato davvero divertente.

P: Ora parliamo del vostro nuovo album. La mia impressione è che questo album è molto più ispirato rispetto ai vostri lavori passati, è maggiormente dinamico e completo direi. A tuo avviso questo risultato è dovuto al fatto che stavolta avete impiegato quattro anni di lavoro per completarlo invece di due?

D: Si so cosa vuoi dire, e sono daccordo. Credo che la maggiore maturità di questo lavoro sia dovuta al fatto che abbiamo potuto lavorare con maggiore calma. Quando ascolto i nostri album passati mi rendo conto che rispetto a Khaos Legions risultano più... frettolosi forse. Sai per i precedenti non solo avevamo una data entro il quale finire il lavoro ma avevamo anche continui tour, quindi avevamo una forte pressione. Questa volta abbiamo avuto quattro anni e pur avendo molte date il lavoro è stato molto più rilassato. Abbiamo avuto il giusto tempo per concentrarci, finalmente, solo ed esclusivamente su questo album, e quindi eravamo nella perfetta condizione per trasformare le nostre ispirazioni in musica.

P: Inoltre musicalmente parlando questo lavoro è molto improntato su uno stile heavy metal.

D: Si, esattamente. Ed è questo che volevamo fare, è la voce di Angela che lo rende un album death metal. tuttavia abbiamo cercato di comporre la musica che amiamo e renderlo quindi più heavy metal possibile, e credo che questo sia una delle forze della nostra band, coniugare vari stili e accostarli alla voce potente e tipicamente death.

P: Ritornando per un secondo al passato so che quando Angela si è propposta ed ha iniziato a cantare beh... sei rimasto scioccato...

D: Certo, e sfido chiunque! Così minuta e con quella potenza, non abbiamo pensato alla figata di avere una ragazza che facesse il growl ma a quanto potente fosse quella voce, era la migliore ed è per questo che l`abbiamo scelta ha un talento e una qualità sbalorditiva.

P: Senti credo che non sia facile mantenere i piedi per terra, non hai mai paura che un giorno tutto questo possa finire? Voglio dire la fama, successo...

D: Semplicemente uso la razionalità, non prendo mai nulla come qualcosa che mi sia dovuto o non penso di essere arrivato. Non posso perchè se fai un album di merda che non vende... beh è molto facile scomparire. Il successo è una cosa molto fragile, può rompersi in qualsiasi momento. Quindi personalmente cerco sempre di lavorare duro e suonare al meglio.

P: Andando nel cuore del nuovo album, nel pezzo Cult Of Chaos dite ”there are many ways to die But only one way to live” (ci sono vari modi per morire, ma solo uno per vivere) tu come vivi? hai un motto, e quale è la tua regola base per stare bene?

D: Credo che ”tratta gli altri come vorresti essere trattato tu” mi descriva parecchio bene.

P: Beh è un ottimo motto. Senti nella canzone ”No Gods, No Masters” dite ”I am who I am, take it or leave it, A rebel at heart” (sono chi sono, prendere o lasciare, un ribelle nel cuore). Tu sembri tutto calmino ma da piccolo eri un metallaro ribelle? Non riesco a figurarmi Daniel versione trasgressiva, disubidiente o rissoso...

D: (ride) Si in effetti sono sempre stato parecchio calmo... possiamo dire che i miei genitori avevano delle aspettative su di me, che ho sistematicamente tradito. Ho giocato a tennis per molti anni, ero a un buon livello ma l`amore per la musica mi ha fatto abbandonare questo sport...quindi ho dovuto ribellarmi ai miei genitori.

P: Senti hai avuto un batterista al quale ti sei ispirato particolarmente?

D: Beh sai per molti la band per antonomasia sono i Kiss, quindi Peter Criss non tanto per come lui suonasse ma per la band in se, per il loro show, la loro grandezza. Da piccolo ho ascoltato anche molto doom.

P: Ah, hai avuto anche te quella fase!

D: Si assolutamente.

P: Quindi della svolta degli Anathema che pensi?

D:Mi piacciono decisamente i vecchi Anathema, quindi sono nel settore dei nostalgici.

P: So che avete già delle idee per il prossimo album...

D: Si è ancora molto presto, ma il mio desiderio è che il prossimo album abbia un suono maggiormente live, che catturi la stessa energia che abbiamo sul palco. Molte volte ascoltando i nostri vecchi lavori mi rendo conto che molti suonano come digitali, mentre nel nuovo almeno per quanto riguarda la batteria voglio essere sicuro che il suono sia maggiormente live. P: Ok, il tempo a nostra disposizione purtroppo è scaduto, quindi ti ringrazio per l’intervista e speriamo di reincontrarci presto!

D: Senz’altro, grazie a te!

Intervista di  Paky Orrasi

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