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Grave Digger

Line up:

Chris Boltendhal – Vocals
Manni Schmidt – Guitars
Jens Becker – Bass
Stefan Arnold – Drums
Hans Peter Katzenburg – Keyboards
www.grave-digger.de
 

I Grave Digger sono ormai in circolazione da quasi un quarto di secolo (il tour di “The Last Supper” sarà infatti in coincidenza col 25° anno di vita dei “becchini”) e Chris Boltendhal, inossidabile cantante della band tedesca, è oggi disponibile a rispondere alle nostre domande, a meno di due mesi dall’uscita del nuovo disco, all’interno di un lussuoso albergo di Milano. Ecco quello che abbiamo ricavato da questo incontro:

Mattia: Com’é nata l’ispirazione per “The Last Supper”?

Chris: Non dal film (ride). “The Last Supper” é un simbolo; beh, prima di tutto devo dire che non é un concept perché non avevamo delle buone idee per scrivernerne uno, volevamo semplicemente fare un disco heavy metal. Quindi l’ultimo album rappresenta tutte le cose tristi e le tragedie che succedono nel mondo, perché se tu ascolti le notizie ci sono molte “ultime cene” ogni giorno, ecco, é quella l’idea che c’é dietro.

Capisco, collegandoci al titolo del disco mi puoi dire cosa pensi del cristianesimo?

Io credo in qualcosa ma non in Dio o in Gesù, in qualcosa di più grande che non so spiegare; qualcuno o qualcosa mi sta guidando durante la mia vita, sta dirigendo il mio fato. Secondo me la religione é solo una parola collegata al denaro, alla politica…

Creata dall’uomo.

Sì, religione é usata per molte cose, cattive per la maggior parte delle volte. Se ascolti “Soul Savior” parla di predicatori che predicano la religione solo per prender soldi dai portafogli della gente; ecco cosa penso della religione.

Marco: Cosa mi dici riguardo la polemica nata dalla copertina dell’album?

C’é solo Gesù Cristo che é stato lasciato dai sui discepoli e seguaci, é solo, sa che morirà entro un paio di giorni, é un po’ depresso e Reaper é dietro che aspetta. Tutto qui, non c’é un messaggio satanico o cose del genere come pensano molti di quelli che mi hanno scritto; mi sono arrivate mail di disapprovazione per la nuova copertina dicendo di essere l’anticristo…tutte cazzate.

Mattia: Avete girato o girerete un videoclip per il nuovo album?

Sì, ci sarà un videoclip per la titletrack, però la band non apparirà nelle immagini.

Perché no?

Non mi piace, sarebbe un normale video heavy metal; ogni volta é sempre lo stesso, si vede la band che suona e la gente che fa headbanging; volevo fare qualcosa di diverso.

Beh comunque credo che un video come “Rebellion” sia un buon video.

Sì però in quel periodo era quella la mia idea di videoclip, é un gran bel video, eravamo nelle highlands e le immagini erano adatte per la musica, però cosa pensi dovrei fare per “The last supper”? Vestirmi come Gesù Cristo, sedermi a un tavolo bevendo vino e mangiando pane? (ride). Volevamo rappresentare qualcosa anche con le immagini; c’é un’animazione di Reaper che vi guiderà tra le guerre del mondo e c’é anche un attore principale che recita nel video, il suo nome é George Bush eh eh, é un video molto provocatorio. Vi piacerà, a me é piaciuto molto, ho visto i primi due minuti, non avrei mai pensato che le immagini potessero essere così appropriate per quella canzone.

La tua canzone preferita dell’album?

The Last Supper e Desert Rose.

E il tuo album preferito dei Grave Digger?

Ne ho tre, Heavy Metal Breakdown, Tunes Of War e l’ultimo. Credo che questi album rappresentino un’onda, l’evoluzione del gruppo.

Quindi sei pienamente soddisfatto dall’ultimo lavoro.

Sì, e tu?

Non l’ho ancora sentito.

Oh Oh Oh (ride)

Marco: Io l’ho sentito e credo sia un buon album, é potente come i vostri ultimi lavori, però in alcuni punti mi sembra di sentire un suono molto anni ’80.

Sì é vero, non é un ritorno alle origini, però se non fai un disco con molti cori o parti epiche credo sia normale risulti un suono anni ’80, é heavy metal come dovrebbe essere!

Mattia: Chi ha composto le musiche e i testi?

Le musiche Manni Schmidt, Hans Peter Katzenburg e io, mentre i testi li ho scritti tutti io.

Quanto sono importanti gli altri membri del gruppo? Per esempio, se andate in studio con una canzone pronta e il bassista dice: “Io cambierei questa parte”. Tu cosa dici?

 Dico ok, vediamo cosa si può fare, proviamo e ognuno esprime la propria opinione e se tutti pensano che sia una buona idea allora la teniamo altrimenti no.


Quindi gli arrangiamenti li fate tutti assieme.

Sì, comunque se senti il nostro ultimo lavoro puoi notare la grande influenza di Manni, ci sono anche assoli molto belli.

Ci sarà un’edizione speciare di “The Last Supper”?

Sì sarà in digibook con 2 bonustrack, non cover però, con pezzi scritti dai Grave Digger.

E come s’intitolano?

Sleepless e Jeepers Creepers, due canzoni molto divertenti.

Jeepers Creepers dal film?

Non proprio, Jeepers Creepers significa anche Gesù, é un suo soprannome.

Capisco, infatti dall’ intro dell’album (The Passion) pensavo vi foste ispirati al film di Mel Gibson, però già all’inizio hai detto di no.

Ascolto molta musica, suoni da tutto il mondo e in “The Passion” puoi sentire queste influenze; comunque per quanto riguarda i film l’influenza arriva più da “The Gladiator” che dal film di Mel Gibson.

Parlando delle tue influenze musicali, ti piace la musica classica?

Sì, la amo, però quella la puoi sentire in “Rheingold”, non nell’ultimo.

Ho sentito che avete appena pubblicato la vostra biografia, potresti raccontarmi un avvenimento particolare della vostra carriera?

Ci vorrebbe troppo tempo, comunque posso dirti che é un libro che parla della mia vita con i Grave Digger, nient’altro. Ci sono i miei punti di vista su alcune cose, storielle divertenti e altre più tristi.

Sarà tradotto solo in inglese o anche…

Per ora non c’é neanche in inglese perché non abbiamo trovato chi pubblicherebbe il libro e la traduzione é molto costosa. Credo dovrete andare ancora a scuola, imparare il tedesco e così potrete leggere il libro.(ride)

Farete un altro dvd?

Sì, l’anno prossimo per il venticinquesimo anniversario del gruppo, penso faremo un giorno per celebrare quest’evento, forse in Germania o in Brasile e quello sarà il contenuto del dvd, solo quell’evento speciale.

Sei rimasto soddisfatto da Wacken quest’anno?

Sì, siamo rimasti molto contenti, non era molto diverso da quello precedente. Tu cosa ne pensi?

All’inizio il suono non mi sembrava molto chiaro.

Dal palco non sentivamo (ride), alla fine era buono?

Sì, dopo é migliorato.

Marco: Cosa ti aspetti per i Grave Digger in futuro? So che farete un tour e suonerete in Italia a febbraio.

Beh, faremo programmi per il tour, suoneremo, ci prepareremo per i concerti e penseremo al celebration day, poi inizieremo con un nuovo album.

E cosa mi dici dei fan italiani?

Mi piacciono molto, sono calorosi ai concerti, cantano tanto e si vede che sono veramente appassionati.

Io c’ero al vostro concerto di febbraio e ci sarò anche al prossimo, in prima fila.

Bene, mi ricorderò la tua faccia eh eh.

Mattia: Quando non siete in tour o vi state preparando per registrare un nuovo disco provate spesso?

No, non viviamo nella stessa città, veniamo da diverse parti della Germania e quindi se non dobbiamo prepararci per qualcosa non proviamo mai.

Da dove viene il nome Grave Digger?

Dal dizionario (ride). No, comunque é vero, una sera stavamo bevendo e abbiamo iniziato a sfogliare il dizionario, mi é caduto l’occhio su Grave Digger, ci piaceva e l’abbiamo tenuto.

Guadagni abbastanza con la vostra musica o hai altri lavori?

Lavoro in una casa discografica, mi occupo di band emergenti e nuovi artisti, cosa del genere.

E gli altri membri?

Manni insegna musica, anche gli altri componenti Hans Peter Katzenburg e Jens Becker insegnano, mente Stefan é un tipografo.

Questa é una mia curiosità, i soldi che guadagnate con il gruppo li dividete equamente?

Sì certo, ognuno suona, fa il suo lavoro e prende la sua parte.

Marco: Cosa pensi del mondo della musica?

Credo che dovremmo guardare più alla qualità e non alla quantità, ci sono troppi gruppi.

Conosci band italiane?

White Skull, Rhapsody, ti piacciono?

Un po’.

Tutti dicono che il metal italiano é rappresentato dai Rhapsody.

Mattia: Capisco, ma credo che non sia un buon esempio. Comunque noi abbiamo finito, grazie e ciao.

Ok, bene. Ciao

Marco: Ciao

Intervista di  Marco Manzi e Mattia Berera

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