Pur rimandata di un paio di settimane rispetto alla Finnish Metal Expo, siamo riusciti ad ottenere questa intervista via Skype con il leader della band svedese Peter Tågtgren. Tra discussioni sull’ultimo disco, registrazioni, tour, famiglia, ed altro ancora, ecco il resoconto della nostra chiaccherata con il cantante/chitarrista e produttore scandinavo:
Marco: Ciao Peter, e grazie per l’intervista! So che in questi giorni sei piuttosto impegnato... [a metà tra tour europeo e tour scandinavo, ndr]
Peter: Si è un gran casino quando si tratta di tour e cose varie, a volte è un pò una rottura...! eheh
M.: Si, capisco eheh
P.: Sai, stavolta abbiamo anche una crew leggermente diversa rispetto al tour europeo, qui in Scandinavia. Perciò sarà molto stressante, il primo giorno è domani, quindi... Ma va bene così in fondo.
M.: Bene. Per cominciare l’intervista avevo già anche qualche domanda pronta per la Finnish Metal Expo dato che avrei dovuto intervistarti in quell’occasione. Cominciamo quindi dall’ultimo album, che tra l’altro mi piace molto...
P.: Oh, grazie!
M.: Sono passati ormai alcuni mesi dalla sua uscita, dopo una pausa di 4 anni dal precedente. Sei soddisfatto dalla reazione dei fans fin’ora?
P.: Si, direi di si. Più che altro eravamo molto felici noi stessi, in fondo non è una gran rivoluzione o qualche nuova pensata, ma più un portare “Virus” ad un altro livello, più o meno. Riguardo a ciò che la gente dice sul nuovo album, pensano che sia un pò più vicino a ciò che abbiamo fatto negli anni novanta, rispetto a “Virus”. E suppongo sia in parte vero, perchè in fondo l’abbiamo scritto io e Michael, in parte anche negli anni ’90.
Perciò credo che troverai sempre una sorta di piccolo “marchio” nel nostro lavoro, indipendentemente da cosa facciamo.
M.: Bè si, immagino che ovviamente un pò il vostro marchio di fabbrica rimane sempre visibile.
P.: Si, credo. Non vogliamo fare nessun cambiamento folle o radicale. Ci piace il materiale su cui ci siamo evoluti negli ultimi 18 anni, ed ora sentiamo che se dobbiamo migliorare qualcosa è nel songwriting, e nelle esibizioni dal vivo.
M.: Penso che stiate facendo un gran bel lavoro!
P.: eheh Grazie amico!
M.: C’è qualche canzone sul nuovo album che senti particolarmente vicina a te, alla tua esperienza o più “tua” di altre?
P.: Uhm... No, non direi. Quando si tratta di Hypocrisy non è come con i Pain, dove esprimo un certo tipo di sensazioni più... personali, nei testi ecc. E’ più come se ogni canzone fosse un piccolo libro a sè, per rendere l’idea, con dentro la sua storia.
E’ quindi più diretto verso argomenti di fantascienza, o assassini di massa, come funziona la loro mente e come credo che pensino...
M.: Il che si spera sia ben lontano dalle tue esperienze! Ahah
P.: Si si si, ahah E tutto semplicemente fantascienza, o finzione, non importa di che argomento si tratti... O anche religione e cose del genere. Grandi battaglie tra il bene e il male, come in “Valley Of The Damned”.
M.: E su quale argomento preferisci scrivere canzoni?
P.: Onestamente non saprei. Non ne ho davvero idea. Ti viene semplicemente in mente qualcosa ed inizi a scrivere partendo da quell’idea. E tutto poi dipende anche dall’umore in cui ti trovi al momento in cui stai scrivendo il materiale. E’ difficile poter dire “Oh questo è il mio argomento preferito” o qualcosa del genere.
M.: C’è stato qualcosa di diverso nelle registrazioni questa volta rispetto a “Virus”?
P.: Si, decisamente. Con “Virus” ricordo che l’estate prima di registrare l’album ci mettevamo lì seduti tutti e quattro assieme in studio, e scrivevamo canzoni assieme, tra un festival e l’altro che facemmo quell’estate. E poi registravamo demo in studio.
Ma in quest’album invece, ho cominciato a scrivere qualcosa per conto mio dopo che “Virus” era pronto. Ancora adesso continuo a mappare riffs sul mio computer. E l’ho fatto per 3 anni, ammassando riff su riff su riff. E poi una volta che abbiamo saputo quando sarebbe stata ora di andare in studio, circa sei mesi prima mi sono detto “Ok, ora comincerò a mettere tutti questi riff assieme e comporci delle canzoni”. In più ho scritto un sacco di altro materiale...
M.: Quindi avrai ancora parecchio su cui lavorare per qualche altro album
P.: No, in realtà ho buttato via un sacco di roba. Perchè se scrivi qualche pezzo, ad esempio 2 o 3 anni fa, e poi lo riascolti oggi e dici “ah, magari questo non era poi granchè...”, allora lo butti via. Perchè se non va più bene dopo 3 anni allora non è niente che valga la pena di tenere.
M.: Si, è vero.
P.: Quindi poi ho iniziato a mettere assieme le mie parti, inserito le tracce per la batteria, e mandato il tutto ad Horgh, così che ha potuto ascoltarle, provare e fare la sua parte. Poi una volta giunto il momento di trovarsi in studio sapeva esattamente cosa avrebbe dovuto suonare su ogni pezzo.
La stessa cosa per Michael, abbiamo lavorato allo stesso modo.
M.: Ah ok. Preferisci produrre i tuoi dischi nel tuo studio per il fatto che hai molta più libertà? Puoi scegliere quando registrare, e pianificare il tutto come ti pare...
P.: Si è molto più semplice perchè hai molta più flessibilità. Se avessi lì un altro produttore, che si mette lì ad aspettarci, penso che ci odierebbe! E’ per il modo in cui lavoriamo. Cerchiamo di essere sempre il più rilassati possibile. E se ci fosse lì tutto il giorno un produttore alla fine sarebbe costosissimo perchè ci vorrebbero un mese e mezzo o due per registrare il tutto. Sarebbe una follia. Se vuoi avere un altro produttore che sia di qualche spanna sopra di me questo è certo, perchè quelli sono super costosi! eheh
M.: Quindi direi che non dovete certo registrare in tempi ristretti.
P.: No, non ci piace lavorare in quel modo. Abbiamo smesso di farlo dopo “The Fourth Dimension”, quando ho aperto il mio Abyss Studio. E da allora abbiamo pensato “ok, così si che si lavora bene”, si riesce a fare le cose meglio. E non sentiamo proprio il la necessità di provare di nuovo cose diverse. A meno che non ci troviamo a registrare demo per l’intero album e poi ci troviamo in studio.
M.: E sta anche diventando abbastanza comune di questi tempi che i musicisti abbiano un loro studio dove registrare, ad esempio Zakk Wylde si è appena costruito un nuovo studio a casa sua, tra le montagne mi pare...
P.: Si.
M.: Penso sia molto più rilassante
P.: Si lo penso anch’io. E credo che il pubblico otterrà anche più qualità. Per la musica che compra.
M.: Si infatti, quando non devi fare le cose di corsa è certamente meglio.
P.: Esattamente.
M.: Ma se dovessi invece pensare di registrare un disco in uno studio diverso, dove ti piacerebbe farlo?
P.: Non saprei. Abbiamo sempre parlato di andarcene in qualche posto lontano, fuori dalla civiltà. Non so, magari in una qualche località di montagna, in una baita, con gli strumenti per registrare. Star lì tipo un mese e mezzo, a scrivere e registrare il materiale allo stesso tempo. Poi tornare a casa a mixare il tutto. Giusto per avere una visione diversa della vita, standosene al di fuori della società...
M.: Puoi magari realizzare qualcosa del genere in qualche progetto.
P.: Bè si. Ho sempre detto a Michael ed Horgh “Prendiamoci un paio di settimane ed andiamocene da qualche parte a comporre un pò di musica”. In un posto qualsiasi, dove non sia come a casa dove hai tutti i tuoi problemi personali. Perciò sarebbe meglio andarsene via per 2 settimane e provare a scrivere il più possibile.
M.: Penso sarebbe un’esperienza piuttosto interessante...
P.: Si lo penso anch’io.
M.: Ad ogni modo, come ci si sente ad essere nuovamente in tour con gli Hypocrisy?
P.: E’ stato grandioso! Davvero divertente. Abbiamo trascorso dei gran bei momenti ed ho visto molte recensioni di gente entusiasta. Non mi aspettavo che si sarebbero ancora ricordati di noi dopo che ce ne siamo stati in disparte per un pò... Ed abbiamo attirato davvero molta gente, il chè è stato molto bello se paragonato con gli altri tour che stavano procedendo al momento, con dei “pacchetti” migliori del nostro... Perchè nessuno sapeva chi fossero i Survivors Zero, quindi in pratica eravamo solo noi a vendere il biglietto. Altre band invece si sono portate dietro altri grossi nomi con loro.
Insomma è stata una bella sensazione, quella di aver “passato il test”.
M.: Chiaro. Ed onestamente devo dire che ero un pò preoccupato riguardo a come sarebbe stata la vostra prestazione all’FME quando ti ho visto firmare gli autografi, sembravi un pò stanco, con quel cappuccio nero in testa...
P.: Già...
M.: Ma alla fine penso che tutto sommato sia andata abbastanza bene...
P.: Non è stato certo il nostro miglior show, anzi potrei anche dire che è stato il peggiore dell’intero tour. Perchè c’era un gran casino, il cambio di palco è stato così rapido, non avevamo la nostra strumentazione con noi e... si, fondamentalmente è stato un casino. Ma devi semplicemente mandare giù il tuo orgoglio, andare avanti e conquistare il pubblico.
M.: Posso dire che per quanto mi riguarda la prestazione non mi è dispiaciuta, forse perchè sono un fan eheh
P.: Oh, ok! Eheh Poi appunto l’esibizione è stata un pò strana, a causa dei monitor e via dicendo. Stavo scorrendo indietro per provare a cambiare il suono della mia chitarra nelle pause tra praticamente quasi tutte le canzoni, perchè non era il suono che volevo... Mi sembrava di suonare con l’equipaggiamento di Angus Young!
Ma alla fine penso che quando iniziano i brani e noi diamo tutto, e vediamo il pubblico gridare tra una canzone e l’altra, sai, lo show deve andare avanti.
M.: Si hai ragione. E quale delle nuove canzoni che avete suonato dal vivo fin’ora credi abbia avuto maggiore successo?
P.: Non saprei... so che con “Hang Him High” gridano tutti come pazzi, nel coro.
M.: Si è molto orecchiabile
P.: Già, è piuttosto orecchiabile. Ed alla gente piace molto anche “Weed Out The Weak”. “Legion of the Damned”, oh non “Legion...”, “Valley Of The Damned” credo sia molto valida come apertura, per far partire il tutto, cominciare in velocità.
M.: Vero. Tornando invece alle registrazioni, e parlando un pò anche dei Pain, sei stato piuttosto occupato con la tua altra band in pratica fino alla scorsa estate, ed anche Horgh era in tour con gli Immortal... Come siete riusciti quindi a trovare il tempo per incontrarvi e produrre il disco ecc.?
P.: In realtà l’album era già finito qualcosa come sei mesi prima della sua pubblicazione... Perciò tutto è successo nel 2008 le registrazioni e tutto il resto. Fra il tour con i Pain ed il registrare altre band. Può sembrare divertente, quando ad un tratto ti ritrovi con un nuovo album e c’è molto lavoro dietro ma questo viene “sparso” nel tempo.
M.: Quindi in pratica bisognava solo trovare il tempo di pubblicarlo.
P.: Esatto! Stavamo solo aspettando il momento giusto per farlo.
M.: Che in genere è più o meno in Settembre... eheh
P.: Si, ma l’abbiamo fatto in Novembre? Ottobre penso. [23 Ottobre, ndr]
M.: Quello che voglio dire è che molta roba interessante viene di solito pubblicata all’inizio dell’autunno eheh
P.: Si, esattamente.
M.: E’ anche un buon periodo per andare in tour e fare promozioni varie...
P.: Si, credo, immagino di si.
M.: Ad ogni modo, se dovessi dare come una percentuale, quanto tempo dedichi nella tua vita agli Hypocrisy, quanto ai Pain e quanto ad altri progetti?
P.: Uhm... Davvero non saprei... Provo a spremere il tutto meglio che posso e trovare il tempo per le varie band. Ad esempio cerco di dedicarmi ai Pain in un certo periodo, agli Hypocrisy in un altro periodo, ed a produrre in un altro ancora.
Perciò nell’arco dell’anno cerco di infilare un pò il tutto dove possibile e spenderci più tempo possibile.
M.: Di certo non ti annoi facilmente! ahah
P.: No! Non ci si annoia mai in questo genere di business! Ahah Questo è sicuro! E mi piace così, non ho nient’altro, hobby o altri interessi. Solo mio figlio e la mia ragazza. Che sono le uniche altre cose a cui dedico il mio tempo... e ovviamente il mio paese.
M.: Forse loro vorrebbero che tu passassi più tempo con loro?
P.: Si, bè... Ma nelle settimane in cui vedo mio figlio ad ogni modo passiamo così tanto tempo assieme... Una settimana è con me, poi quella dopo con sua madre... Perciò penso sia tutto abbastanza normale, con l’eccezione che di tanto in tanto me ne vado via per un mese.
M.: Gli stai insegnando a suonare qualcosa?
P.: Non se la cava male alla batteria, solo che vuole strafare e suonare velocissimo da subito. Ma sai, devi prima imparare a gattonare e poi a camminare...
M.: Bè magari fra qualche anno... eheh
P.: Si, vedremo cosa succederà. Ha soltanto bisogno di avere qualcuno con cui suonare, trovarsi un chitarrista...
M.: E penso che nei paesi scandinavi sia piuttosto facile trovare qualcuno che suoni e che se la cavi bene
P.: Si, ma sai, ha appena 11 anni! Quindi non sono molti i ragazzini della sua scuola che suonano chitarre o altro... per ora! Ma magari più avanti...
M.: Dovrà solo aspettare un paio d’anni
P.: Si, esattamente.
M.: Mentre invece, parlando di paesi scandinavi, sembra che hai un gran buon rapporto con la Finlandia! Come mostrano ad esempio la tua amicizia con Alexi Laiho e la tua collaborazione con Anette [Olzon, cantante dei Nightwish, ndr] per i Pain.
P.: Già, ed anche l’intera crew con cui lavoro è finlandese! E pure il management!
M.: Ah, ok! Ma come sei finito a farti coinvolgere con i Nightwish? E’ stato durante il tour che avete fatto assieme qualche anno fa?
P.: Si, sai, il management dei Nightwish voleva a tutti i costi i Pain, ed anche Tuomas [Holopainen, tastierista e fondatore della band, ndr] voleva assolutamente che i Pain andassero con loro in tour. Avevo un management diverso in quel periodo, ed ero sotto Roadrunner, che non aveva intenzione di supportarci con un tour o niente del genere... E loro [Nightwish, ndr] erano tutti “Andiamo, devi farlo! Fregatene della label, fregatene di tutto! Vieni con noi e ci occuperemo di tutto”... E così hanno fatto.
E’ stato molto bello da parte loro. Ed è così che siamo finiti in tour assieme.
M.: E credo vi siete trovati piuttosto in sintonia se poi sei finito a fare quella collaborazione.
P.: Decisamente! E’ stato fantastico, ed è stato un piacere per noi, un onore, quello di suonare con loro.
M.: Pensi che potresti ancora fare qualcosa di simile in futuro?
P.: Si, penso che non sarebbe un problema trovarci ed organizzare qualcosa... Vuoi dire con Anette alla voce o...?
M.: Quello, o anche se non con lei, qualcosa del genere con qualche altro artista magari...
P.: Uh... Non ti so dire... Cerco di rimanere dietro a queste due cose [Pain e Hypocrisy, ndr]. Richiede già un bel pò di lavoro...
M.: Immagino eheh
P.: Ma non si sa mai! Se qualcuno viene a propormi qualcosa nel periodo giusto ed al momento giusto, allora non sai mai cosa potrebbe succedere!
M.: Già... Invece, come musicista E produttore, come vedi il business della musica al giorno d’oggi?
P.: Bè, è difficile per tutti quando si tratta di vendere dischi... E’ un business molto duro, non è più facile com’era una volta, e questo vale per tutti.
Ma sai, se pubblichi un buon album, riesci ancora a vendere, questo è sicuro. E’ una situazione difficile, specialmente per le compagnie discografiche. Presto non saranno più disponibili fondi da concedere alle band per registrare, perchè l’etichetta non si vede rientrare i soldi. E questo è il problema più grosso. Poi quel che succede è che ti ritrovi con degli album di merda...
M.: Bè si spera di no! eheh
P.: Si ahah, lo spero anch’io! Lo spero proprio. Spero ci sarà ancora qualcuno che compra [i dischi, ndr], ma penso che le label debbano cominciare a pensare molto di più usando Internet. Provando a metterli [in vendita, ndr] su Internet, così che la gente possa scaricarli a prezzi davvero bassi. Sai, renderli disponibili per quelli che vogliono comprarli. Perchè ce n’è di gente che vuole comprare i dischi, ma non c’è un posto dove farlo come si deve online. E quindi lo scaricano [illegalmente, ndr].
M.: E ad esempio ora le compagnie iniziano a salvare un pò di soldi anche usando sempre più questa cosa dell’IPool, così che non devono più spedire promo. Ti permettono di scaricare i file dal sito. Perciò tutto sta orientandosi sempre più verso queste tecnologie.
P.: Già, non puoi rimanere sempre nell’era glaciale, devi seguire quello che ti succede intorno. Credo sia l’unico modo.
M.: So cosa intendi, dato che ora siamo ormai tutti schiavi di questi social networks... voglio dire, stiamo pure parlando su Skype! eheh
P.: Esattamente!
M.: Ti è capitato di recente di ascoltare qualche nuovo album o band che possa essere interessante e che vorresti suggerire, promuovere, o...
P.: Uhm... Non so. Non ho proprio avuto neanche il tempo per ascoltare cose nuove ultimamente. Quindi non ho trovato nulla che sia “wow!”...
M.: Ok. Mentre invece dopo questi tour con gli Hypocrisy hai già qualcosa in mente?
P.: Ehm... Si, credo... Ora faremo questo tour in Svezia, poi andremo in Russia per uno show, dopodichè avremo un mese e mezzo di pausa. Credo mi metterò lì e comincierò a scrivere della musica. Non so se sarà per i Pain o gli Hypocrisy. Vedremo di che umore sarò.
M.: Speriamo che non vorranno altri 4 anni però per un nuovo album degli Hypocrisy
P.: Già, lo so. Spero di no!
M.: Anche se devo dire che l’aspettare 4-5 anni, quando la qualità è buona, potrebbe comunque valere la pena in un certo senso.
P.: Si, ma spero che richiederà meno tempo. Dipende tutto da come riesco ad organizzarmi durante quest’anno.
M.: E se non sono in troppi a chiederti altre collaborazioni! eheh
P.: No, non le farò! Ahah Mi dedicherò in parte a produrre, quello è certo, perchè mi piace molto produrre. Ma non come era negli anni ’90.
M.: Cosa pensi invece, parlando dell’Helsinki Metal Meeting, o Finnish Metal Expo, del intero concetto che stà dietro a questo tipo di evento? Con la fiera, la possibilità di incontrare bands e operatori, e poi ovviamente i concerti...
P.: Penso sia una gran cosa che i fans si possano avvicinare al business musicale. E magari in questo modo possono relazionarsi un pò meglio.
M.: Quest’anno poi c’era anche la possibilità di visitare solamente la fiera a 7€ invece di spenderne una quarantina per l’intero festival. Ci sono stati molti visitatori. Penso che qualche anno fa gli hanno dato il soprannome di “Disneyland dei metallari”.
P.: Ahah è buono. E non è poi così costoso.
M.: Si è piuttosto economico paragonato ad altri festival. Ad esempio in Italia abbiamo questo grosso festival, il Gods Of Metal, che in genere è un buon festival ma è piuttosto costoso se vuoi farti tutte le giornate.
P.: Esatto. Ma lo stesso discorso vale per tutti i festival, questo [Finnish Metal Expo, ndr] è invece più dedicato al business.
M.: Già. Ma credo che il festival più costoso che conosca sia lo Sweden Rock.
P.: E’ probabile! Sanno davvero il fatto loro riguardo a come tirar fuori soldi alla gente...
M.: Hanno sempre dei grandi nomi, ma in effetti devi vendere qualche parte del corpo per andarci! Ahah
P.: Lo so! Ahah E’ davvero incasinato... ahah
M.: Invece oggi leggevo che avete anche filmato del materiale live in Bulgaria per un nuovo DVD. Puoi dirmi qualcosa a riguardo?
P.: Si, è stato davvero grande! Puoi andare su Youtube e cercare “Pain/Sofia” o qualcosa del genere [credo si sia confuso dato che il DVD è per gli Hypocrisy, ndr]. Sentirai che lì la folla è davvero fuori di testa! Sono totalmente pazzi, è stato davvero bello suonare lì.
M.: E ci sarà solamente quello show oppure...
P.: Magari qualche bonus, non lo sappiamo ancora. Volevamo solo essere sicuri di poter registrare questo come si deve. Ci sarà poi un documentario con tutti i membri passati e futuri e cose così. Sarà davvero figo!
M.: Si, sembra piuttosto interessante! Va bene, credo sia più o meno tutto, quindi se c’è qualcosa che vuoi aggiungere, o che pensi abbia tralasciato...
P.: Si, dì alla gente del Gods Of Metal di portarci in Italia adesso! [I gruppi sono stati annunciati solo qualche giorno dopo l’intervista, ndr]
M.: Ok! Ahah Spero che troveranno il modo di portare qualche buon gruppo là, perchè non hanno ancora confermato ufficialmente nessuna band per quest’anno.
P.: Oh, ok...
M.: Ma sarebbe bello vedervi suonare lì
P.: Si sarebbe grande!
M.: Ho visto anche che quest’anno suonerai al Tuska [ad Helsinki, ndr] con i Pain, gli Hypocrisy... e magari anche qualcos’altro che adesso non ricordo...
P.: Sarò ospite in qualche brano con i Bloodbath magari, non sono ancora sicurissimo...
M.: Ah giusto! Li ho visti un paio di anni fa in Germania, ma ovviamente tu non c’eri eheh
P.: No... Ma vedremo quel che succederà!
M.: Bè ad ogni modo spero che sarà un buono show.
P.: Grazie!
M.: E spero che potrò esserci. Bè, grazie ancora per l’intervista e per averci prestato il tuo tempo!
P.: Grazie a te! Spero ci sentiremo presto!
M.: Si, e spero anche di vedervi presto dal vivo!
P.: Si, grazie mille! Ciao ciao!
M.: Ciao!
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.