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Communic

Line up:

Oddleif Stensland - vocals/guitara
Tor Atle Andersen - drums
Erik Mortensen - bass
www.communic.org
 

I Communic si presentano nel 2008 con una delle uscite discografiche più calde dell’anno, il nuovo “Payment For Existence”, come già sottolineato in sede di recensione non solo non tradisce le attese, ma proietta la band norvegese ad un livello superiore in virtù di un songwriting ispirato come mai in precedenza, a poche settimane dall’uscita del nuovo disco abbiamo sentito il chitarrista e cantante della band Oddleif Stensland su questo e altri argomenti.

Ciao Oddleif, siete soddisfatti del nuovo disco “Payment OF Existence”? Penso che stavolta abbiate trovato il perfetto bilanciamento del vostro sound cosa ne dici?
“Ciao a tutti, sono d’accordo, credo che il sound di “Payment Of Existence” sia l’ulteriore evoluzione dei primi due album, alla fine delle registrazioni c’è sempre qualche piccolo dettaglio che vorresti modificare, però direi che siamo estremamente contenti del nuovo lavoro e crediamo possa considerarsi un ulteriore passo in avanti”.
Potresti descriverci come si sono svolti i processi di songwriting e registrazione del nuovo album?
“Abbiamo impiegato circa 8-9 mesi per arrangiare al meglio tutto il materiale, anche se gran parte delle idee risalgono a periodi precedenti, direi che il tutto è incominciato quando siamo tornati a casa dal tour del 2007. Quanto alle registrazioni, posso dirti che siamo partiti con la batteria nel dicembre 2007 in uno studio norvegese, successivamente ci siamo trasferiti in Danimarca negli studi di Jacob Hansen dove abbiamo completato tutte le altre parti in due settimane circa”.
Possiamo considerare “Payment Of Existence” un concept album? Potresti svelarci qualcosa riguardo le tematiche affrontate in questo disco?
“Non possiamo considerare il nuovo disco come un vero e proprio concept album, tuttavia è presente un filo conduttore che lega insieme tutte le canzoni, il ciclo della vita è il comune denominatore delle liriche ma tieni presente che tutti i testi lasciano un interpretazione personale. Personalmente il concetto principale che ho voluto esprimere è il sacrificio che dobbiamo fare per l’esistenza, partendo dai sacrifici che le antiche civiltà facevano per i loro dei fino al prezzo da pagare alle divinità moderne per vivere, vale a dire quello che devi pagare per diventare qualcuno, per differenziarti dalla massa e non essere un semplice numero. La vita è imprevedibile e il potere dei soldi lo puoi vedere ovunque giri il tuo sguardo. Si parla di nascita e di vita ma alla fine arriva sempre la morte, non preoccuparti di quanti soldi hai in banca o sotto il cuscino!”.
Ho notato alcune bellissime parti sinfoniche all’interno dei nuovi pezzi, sono state suonate da una vera orchestra? Puoi dirci qualcosa in più in merito?
“Sono felice che tu le abbia notate, in realtà però sono state suonate semplicemente con tastiere e samples, è il modo più semplice ed economico per ottenere quello che volevamo, non ci possiamo permettere l’ingaggio di una vera e propria orchestra in studio; d'altronde le parti orchestrali sono solo una parte marginale del nostro sound, dal vivo per esempio non utilizzeremo nessun tipo di sample o tastiera, è una situazione diversa rispetto alla musica su disco, lì preferiamo privilegiare l’energia dei nostri brani con suoni più tradizionali”.
Ho notato in “Payment Of Existence” un grande lavoro sulle linee vocali che a mio parere risultano le migliori che abbiate mai composto, avete prestato particolare attenzione a questo aspetto?”
“Si in effetti ho lavorato duro sotto questo aspetto e sono felice che hai notato i miglioramenti, personalmente mi considero prima di tutto un chitarrista, mentre sotto l’aspetto vocale sto ancora imparando nuovi modi di utilizzo della voce e sperimentando nuove soluzioni. Oggi che siamo arrivati al terzo disco sono convinto sia ben visibile che ho trovato un mio stile personale senza copiare nessun altro”.
Qual è il segreto dei Communic per catturare l’ascoltatore nonostante un sound così complesso e ricercato?
“Non credo ci sia nessun segreto particolare, cerchiamo semplicemente di creare musica interessante che suoni bene alle nostre orecchie prima di tutto; deve essere dinamica, ricca di groove, progressiva, curata e con attenzione alle melodie, per fortuna pare ci siano sempre più persone che la pensano come noi là fuori, a giudicare dai responsi positivi che abbiamo ricevuto”.
Anche questa volta avete scelto un bellissimo artwork per il nuovo album, pensi sia importante una bella presentazione nella “file-sharing” era?
“L’artwork è opera di Jan Yrlund, aveva in mano solo il titolo e i testi delle canzoni da cui trarre ispirazione e credo sia uscito un ottimo lavoro che riesce ad esprimere parte della disperazione e atmosfera presente sul disco. Penso sia importante avere un buon packaging per i propri dischi ma non molto in relazione al fenomeno del download, è compito delle case discografiche scoprire nuovi modi per spingere la gente a spendere i propri soldi per un disco della propria band preferita, in ogni caso credo che il metal-fan medio sia molto legato alle band che ama e non si lascia sfuggire la pubblicazione originale”.
E’ un problema per i Communic riprodurre dal vivo le complesse atmosfere create sul CD?
“Penso sia molto difficile, tuttavia è una sfida che mi piace parecchio, partiamo dal presupposto che tutti gli strumenti sono uguali e devono avere lo stesso spazio, se aggiungessimo anche solo un’altra chitarra credo che si romperebbero gli equilibri, siamo in tre nel gruppo e questo aiuta e semplifica molto la situazione”.
Avete girato qualche videoclip per il nuovo album?
“No al momento non abbiamo pianificato alcun video, sul web puoi trovare alcuni filmati che però non si possono considerare dei veri e propri videoclip”.

Intervista di  Teospire

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